La polvere dei libri che riempie le narici…

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Distretto 1

Tutto quello che riuscì a udire, era il cigolio di una porta alle sue spalle, ornata da veneziane marroni di dubbio gusto e con tre spanne di polvere stratificata sopra, mentre era intenta a guardare al di fuori della finestra, vecchia e rosicata dai topi.

Quella porta si era aperta proprio mentre stava per infilare un’unghia all’interno della guaina usata per isolare gli infissi dai rumori esterni, ormai talmente consumata da essersi creato un piccolo distacco tra essa e il vetro.

Si voltò di scatto, ritirando subito la mano come se avesse commesso qualcosa di cui vergognarsi.

<<Questo dovrebbe aiutarla a parlare.>>

<<Che cos’è?>>

<<La copia del libro incriminato.>>

Lo ebbe finalmente tra le mani, dopo tutto quel tempo, quasi non poteva crederci.

<<Naturalmente questa è una copia nuova di zecca, poiché non posso darle quella oggetto delle indagini.>> Burn improvvisò una smorfia simile a un sorriso.

<<Come fa ad essere così certo che il libro fosse proprio questo??>>

<<Semplice. Era l’unico al cui interno era apposto il timbro “Mercatini Vintage-Milano”.>> sorrise certo di aver fatto centro.

Lo aprì in silenzio a pagina 77 e con l’indice cominciò a contare.

<<Uno, due, tre, quattro, cinque…>> fino alla fine della pagina.

<<Un mattone di 470 pagine. Interessante, 39 righe per pagina.>>

<<La sua è per caso una mania?  Lei conta i numeri di righe di tutti i libri che ha letto?>>

<<No. Per la precisione, io conto le righe anche dei libri che non ho letto e che non ho intenzione di leggere. Li scelgo a caso, solitamente in base ad una vocazione interiore. Fiuto un titolo, vedo una copertina che mi attrae, prendo il libro di peso con l’intera mano e lo apro, in un punto qualsiasi. So che ci sarà sempre qualcosa che esso sta cercando di comunicarmi. I libri dopotutto, hanno questo potere, sanno risponderti.>> lo fissò dritto negli occhi.

Burn le sedette di fronte.

<<Non mi sembra una cosa poi tanto normale. Nessuno si metterebbe mai a contare le righe di un libro. Per esempio, io non l’ho mai fatto.>>

<<Ma lei non è me, Mr. Burn. Lei è un fanatico di cadaveri, sono altre le cose che conta. Io presto molta attenzione ai numeri di righe, perché per me i numeri sono sempre stati determinanti nella mia vita, e molto anche.

<<Cos’altro ha capito di me Signorina Rovani? Intendo, oltre al fatto che sono un amante di cadaveri…>> disse quasi lusingato.

<<Lo sa, è davvero strano che definisca maniacale il fatto che io mi metta a contare le pagine, mentre se si parla di lei preferisca sostituire il termine “mania”, con “amore per quello che si fa”. Eppure credo che non siamo poi tanto diversi io e lei, abbiamo gli occhi pieni di chi ne ha viste tante, e il cuore che implode per tutte le parole che non siamo mai riusciti a dire.>>

<<Bè, forse talvolta è meglio lasciarle soffocare. Non credo sia saggio dire tutto quello che uno sa.>>

<<Anche questa affermazione é fuori luogo. Mi sembra che in questo momento io mi trovi in un distretto dove sto per essere sottoposta ad un interrogatorio. Suona quindi contraddittorio affermare davanti ad una possibile imputata considerata “colpevole”, che non deve dire tutto ciò che sa. La credevo più originale comunque. Avrei avuto ragione di ritenere che mi avrebbe portato l’ultimo episodio di qualche libro fantasy, che ne so… ad esempio Harry Potter, per l’esattezza l’ultimo libro, quello dove uccide il cattivo.>>

<<Guardi che è stata lei a scegliere quel libro, non certo io. E poi…un Fantasy, le piacciono i romanzi di quel genere?>> aprì le braccia quasi sorpreso.

<<Mi piacciono le storie dove il bene prevale sul male, lo deride fino ad annullarlo, lo disintegra fino a non permettergli più di tornare.>>

<<Sa bene anche lei che quella non è la realtà, Miss Rovani. E’ abbastanza intelligente e colta per comprenderlo da sola. Vuole raccontarmi come questa storia è iniziata? La prego, sono curioso.>> il suo tono di voce si placò improvvisamente.

La donna rivolse nuovamente lo sguardo a quella finestra dove si era posta inizialmente.

<<Anche la polvere ha una puzza specifica qui. Ha quel non so che di acre, di stantio. Si direbbe che riesca a riempire le narici, proprio come quando entri in una libreria vecchia e polverosa, e infili il naso dentro uno di quei classici catalogati nell’ordine alfabetico sbagliato. Spesso incappo nei libri “sbagliati”, lasciati da qualche pigro e disattento osservatore, che non li rimette al posto giusto.

Sono cresciuta in una libreria vecchio stile, insieme ai libri di Mr. Pitor. Ogni qualvolta un viandante chiedeva indicazioni riguardanti la nota libreria del posto, chiunque sapeva dove indirizzarlo per la libreria del “vecchio saggio”, come tutti lo definivamo.

Andavo lì ogni pomeriggio. Mi piaceva passarci molto più tempo di quello che avevo a disposizione. Mi cibavo di tanti libri, con un preciso scopo: io dovevo sapere, dovevo capire, dovevo rispondere alle domande che assillavano quotidianamente le mie membra. E’ un dolore fisico quello di colui che non può leggere quando lo desidera, lo sa? E’ come voler fare l’amore, ma non trovare nessuno disposto a volerlo fare con te.>>

Burn schiarì la voce.

<<Bene. Dicono che io abbia una vita davanti. Se vuole, sono disposto ad ascoltarla. Resterò qui anche una notte intera se necessario. Abbiamo tutto il tempo che desideriamo ma la prego, non ometta nessun dettaglio su quanto mi racconterà. Mi dica tutto, dall’inizio.>>

Sorrise buttando un ulteriore occhio al libro e tamburellandone la copertina con le dita.

<<Una notte con me potrebbe cambiarle la vita. Lei mi sta chiedendo di partire dall’inizio, ma la mia storia parte proprio dalla fine. E’ lì che tutto ebbe inizio… .>>

 

Tratto dal nuovo libro “Il posto più bello del mondo è da nessuna parte” di Letizia Turrà

Image credits: Blog le tazzine di Yoko

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