Essere orfani

Hanno qualcosa di differente negli occhi, gli orfani.

A volte orfani di carezze o di attenzioni che rendano migliori l’esistenza; molto più spesso prede di un’assenza trasformatasi in solidità, e reale consapevolezza d’esser rimasti soli al mondo.

Gli occhi dell’orfano si modificano diventando lago ghiacciato; basta un colpo malfatto nella crepa, ed ecco fuoriuscire di colpo l’acqua, copiosa, inarrestabile, che tutto modifica e tutto spazza via in un sol colpo.


Hanno la tenacia di chi vuole difendersi, gli orfani, di chi lotta per donare un sorriso a qualcuno che si sente triste per i più disparati motivi.


L’orfano può essere molto empatico e al tempo stesso trasformarsi nel peggiore omicida che tu abbia mai potuto incontrare.


Il distacco è la parte più viva nel loro inconscio, non faticano a lasciare andare le persone perché la vita ha chiesto loro di essere forti, più forti della roccia che raffigura ogni privazione.


Hanno il coraggio iniettato negli occhi, gli orfani, e tanta rabbia che imparano a domare con virtuosità.


Hanno la solitudine nel cuore, gli orfani, poiché sanno che nulla ci appartiene veramente, che tutto è destinato a terminare, un giorno dopo l’altro.


Se incontrate un orfano, riconoscerete subito questi tratti distintivi della sua personalità.


Poiché essere orfani non è qualcosa che trasforma solo noi, ma anche coloro che si imbattono sulla nostra strada.

Letizia Turrà

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