Qualcosa che capovolga la giornata…

Mi sentivo sola, così ho deciso di cucinare qualcosa di confortevole. Devo ancora metabolizzare qualcosa che resta bloccato qui, in fondo allo stomaco.

La musica triste in sottofondo poteva migliorare le cose.

Mi sentivo comunque sola, ma in qualche modo velatamente felice nell’attesa che qualcosa avvenisse.

Ho preparato la pasta al forno con besciamella e olive, una cosa che non faccio così spesso.

Ho messo in sottofondo Shawn Phillips e la mia mente si è capovolta riportandomi a giornate d’infanzia.

Mi sentivo ancora sola.

Poi è venuta Claudia, m’ha portato le ciliegie e tutto sommato ora va bene.

Pochi gesti che cambiano le giornate.

Di questo sono in cerca.

Leti

Pensiero del giorno #3105

Ciò che ammiri negli altri, è qualcosa che già tu possiedi dentro di te.

Così come la forza, la fede, la reciprocità, la comprensione, la crudeltà, l’amore profondo, la solitudine, la gioia; sono tutti sentimenti che già vivono dentro di te.

Fa in modo che diventino punti di forza, e non ti sentirai mai troppo fragile.

Letizia Turrà

Image: Ťømåš Ťhėəňđ

La scrittura

Ho sempre usato la scrittura come dono carnale, come liberazione da tutte le repressioni che noi esseri umani troppo spesso ci infliggiamo.

Se la scrittura non rappresenta uno strumento di evasione, di comunicazione, di discioglimento dei preconcetti, di salvezza per alcune vite, di supporto e stimolo, non vedo allora cosa altro possa esserlo.

Letizia Turrà

Idillio

Qui tutto è silenzio, qui mi sento bene,

i pascoli sono freschi e puri

e le chiazze d’ombra e di sole

vanno d’accordo come bambini giudiziosi.

Qui si libera la mia vita

fatta d’intensa nostalgia,

non so più cosa sia la nostalgia,

qui si libera il mio volere.

Una commozione silenziosa mi prende,

linee attraversano i sensi,

non so, tutto è intrico

e tutto è contraddetto.

Non odo più lamenti

e tuttavia ci sono nell’aria lamenti

lievi, candidi, come in sogno

e di nuovo non capisco più nulla.

So solo che qui tutto è silenzio,

niente più assilli e costrizioni,

qui mi sento bene e posso stare in pace

poiché nessun tempo mi misura il tempo.

Robert Walser

ph: Hélène Vallas

Pensiero del giorno #1705

Accade a molte persone, come è accaduto a me.

È incredibile come la nostra parte migliore ci metta molto, moltissimo tempo per emergere e restare a galla.

Da giovane fuscello molte donne si ritrovano a scoprire di avere una personalità e una identità forti quando sono ormai sormontate da chili, responsabilità e stanchezza.

È il bello della crescita, che ti fa vedere le cose in maniera più nitida, ti fa essere più schietta, meno avvezza al compromesso.

Richiede costanza ed enorme fatica fare quel salto; eppure la gioia risiede tutta lì, quando sai dire no e sai discernere ciò che ti occorre davvero, da ciò di cui invece puoi fare volentieri a meno.

Letizia Turrà

paint: Marcos Beccari

Non reprimere le tue emozioni. Non farlo mai.

-Non reprimere le tue emozioni; fa che vengano fuori, non importa quanto male faccia, una volta passate sembreranno un miraggio lontano e il dolore finirà per dissiparsi, diventando anche qualcosa di buono. Piangi, ma ricorda che sono qui e che possiamo chiudere gli occhi insieme. Chiudi gli occhi adesso, inspira col naso aria buona e fai fuoriuscire il veleno dalla bocca. Quella è aria di scarto, non ti serve, così come i pensieri negativi che ora accerchiano la tua mente.

-Sono stanca. Non so perché mi sento così, sono davvero stanca.

Non riesce a smettere di piangere. Non riesco a farla smettere, e mi sento improvvisamente impotente, venendo travolta da un profondo senso di inadeguatezza. So perfettamente come si sente perché io la sento, sono stata adolescente come lei, ho avuto bisogno di quell’abbraccio che al contrario nessuno sapeva o poteva darmi.

Quante cose sarebbero state diverse, se qualcuno mi avesse parlato con una tale prontezza. Ci vuole saggezza e coraggio per essere forti di fronte a tuo figlio che piange. Perché non è una persona qualsiasi, è qualcuno che è stato nel tuo ventre per tanto tempo e quel nutrimento che gli hai dato è diventato il pane quotidiano composto con un’infarinatura di litigi, incomprensioni, urla, baci, abbracci, delusioni, arrabbiature e riunioni con i professori, voti positivi e voti negativi, giornate partite bene, ed altre, iniziate e proseguite con fragilità.

Le chiedo allora di pensare a una valle verde: ci siamo solo lei ed io, sedute su un prato pieno di fiori gialli e bianchi; ci sono le montagne, nuvole bianche e grandi e un cielo azzurro come quello dei dipinti.

-Inspira e pensa a questa valle verde ogni volta in cui penserai a me.

Ci abbiamo messo un po’, ma alla fine è andata a scuola; i suoi occhi, già grandi, erano diventati enormi diamanti e brillavano a causa di quelle lacrime.

Il suo è un disturbo invisibile. Non si vede, è dentro la sua mente, una mente brillante e talentuosa avviluppata da un groviglio che a volte le crea enormi ostacoli e difficoltà, una caratteristica con la quale si nasce e che la rende ancor più speciale. Un disturbo neurobiologico che ha il nome di Dsa.

Noi ci conviviamo ormai troppo bene, ci siamo educati alla bellezza, contro ogni volere di una società che ti vorrebbe omologato. La bellezza è qualcosa che ti devi imporre di vedere, devi diventare cosciente della sua esistenza, devi sentire la sua presenza, devi afferrarla e apprezzarla, più che mai.

Così ho stretto più volte mia figlia e le ho ricordato di quanto sia bello e importante lasciarsi andare. Di quanto la stanchezza sia qualcosa che tutti sentiamo dentro di noi, persino io e suo padre quando fatichiamo a sollevarci dal letto la mattina per recarci al lavoro.

La stanchezza è anche bellezza, vuol dire che sei vivo. Oggi ho ricevuto un messaggio bellissimo, conteneva le parole di Peppino Impastato, ucciso nel 1978:

Educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.

Mi auguro che un giorno mia figlia potrà rappresentare il cambiamento nel modo di pensare delle persone che incontrerà e che vi sia una reale presa di coscienza di questo disturbo invisibile; che tutte le persone siano valutate per le loro qualità umane, senza più distinzioni né eccezioni.

Nel frattempo uso le mie braccia per avvolgerla, come ogni madre dovrebbe fare.

Sono qui e sarò qui ogni volta in cui, chiudendo gli occhi, vorrai scorgere la nostra valle verde.

Letizia (la mamma)