Ogni giorno nell’affrontare la quotidianità, le ardue strade della vita e tutto ciò che la contorna, non facciamo altro che prepararci alla morte.
Ogni gesto, ogni pensiero, ogni fallace certezza, non ci porta che all’unico traguardo finale, uguale per tutti. Eppure proviamo collera verso la morte, ci scagliamo contro le sue azioni, quasi con la pretesa di controllare il dolore che lascia con il suo passaggio.
Ignoriamo che il dolore è qualcosa di antico di cui nessuno ti dice nulla; nessuno ti spiega cos’è veramente soffrire neppure da bambini, quando facciamo un sacco di domande ritenute superflue dagli adulti.
Forse accade perché quantificare, dare un nome o misurare un dolore, non è possibile. Lo devi sentire, e basta. E mentre consenti al dolore di scavarti, a quel punto ti dimenticherai di chi eri prima della sua venuta. Ti ritroverai solo in una stanza a vetri e ti sarà concesso di guardare da fuori le onde di un mare irrefrenabile, che finirai per paragonare alla tua vita.
Il bello del giardinaggio: le mani nello sporco, la testa baciata dal sole, il cuore vicino alla natura. Coltivare un giardino non significa nutrire solo il corpo, ma anche l’anima.
(Alfred Austen)
Le patate si sono rivelate un ottimo esperimento, sembra stiano crescendo bene 😉 Resto in ascolto di quanto la terra avrà da dirmi; lei è maestra Divina, unica compagna in cui credo, dopo la musica!
Una notizia che mi ha lasciata un po’ così…tempo fa avevo chiesto alla Prof. di inglese di passarmi il suo numero perché volevo sentirlo.
Era una persona semplice, dalla voce incredibilmente rauca a causa delle decine di sigarette che fumava al giorno; era un po’ sbilenco e con l’andatura affaticata; dimostrava il doppio dei suoi anni; amava il soul americano e mi faceva spesso dono delle sue cantanti preferite incise sulle audiocassette. Proprio nel momento in cui ne ho ritrovata una tra i vecchi libri di scuola, mi è tornato alla mente e ho ricordato le sue continue sollecitazioni affinché continuassi a cantare perché lui adorava sentirmi cantare.
La dicitura è scritta in stampatello: “A LETIZIA, UN GIORNO LE CANTERO’ A MODO MIO“.
Perché in fondo è così che si vive la propria vita: a modo proprio, seguendo le proprie note.
Non so più come vivesse la sua, di vita. Credo sia morto da solo, nell’indifferenza di un mondo che si spinge avanti tra le gomitate di chi cerca di andare oltre, pure lui, a suo modo.
Lo si credeva in giro per il mondo mentre invece era chiuso in casa da chissà quanto tempo.
Non aveva risposto ai miei messaggi e neppure alle mie telefonate, neppure quando gli avevo scritto chi ero. Forse si era addirittura dimenticato di me. O forse, si sentiva troppo solo per rispondere al mondo esterno.
Che la terra ti sia lieve, Gianni, io ora mi sento come una bambina senza di te, sento che sto crescendo e che molti di coloro che ho conosciuto se ne stanno andando.
Meravigliosa Albenga, in compagnia degli amici giusti, con le mani esperte di Niccolò che preparava il pane e dolci fatti in casa, rendendo il nostro tempo ancor più speciale.
La mia adorata amica Giuseppina ci ha fatti sentire a casa, come nessuno mai.
Alfredo con i suoi sorrisi mi ha ricordato mio nonno e quell‘amore che ancora oggi non mi abbandona.
Circondatevi di persone preziose, sarà valsa la pena di viverla questa vita inafferrabile.
La mia puppulina si trova in gita e si sta divertendo. Sono qui, seduta nella penombra milanese delle ore 17, con i gomiti appoggiati alla scrivania e penso a quanto tempo è passato da quando fotografavo le sue gambe cicciotte e i suoi codini biondi carichi di boccoli.
Èpartita per la gita e già mi manca. Lo dico senza sentirmi ridicola, ho un rapporto bellissimo con lei; lei disegna, ha la testa piena di cose e di idee; ha un sorriso vincente e due occhi luminosi che non si possono non adorare; lei supera gli ostacoli nonostante abbia un Dsa, è gentile anche con chi non lo è con lei, sa rispondere a tono se serve, canta a squarciagola le canzoni della Houston. Di Gaia ho già parlato in passato per i suoi disturbi dell’apprendimento e continuerò a parlarne perché tutti sappiano cosa significa vivere nel loro mondo.
I suoi disegni saranno esposti in una mostra entro fine mese, è l’inizio di un percorso che lei sogna e che tutti i giorni le dona un respiro nuovo, una nuova grinta e una nuova spinta per proseguire.
È nato tutto da una serie tv. Stranger Things le ha letteralmente cambiato la vita. Dal momento in cui la serie è finita mi sembra di veder scorrazzare per casa un’adolescente del 1987 con la permanente e la musica nelle orecchie proveniente da un walk-man (inutile dire che ho dovuto comprarne uno per farla felice e ho dovuto farle fare la permanente come mia madre)!
Mi scrive che si sta divertendo, che è arrivata in albergo, la Toscana le piace e tutti le stanno simpatici! Sono felice, le ho scritto di divertirsi, che questi giorni voleranno.
Lo dico ripensando ai miei, di giorni, che sono volati con la velocità di un soffione nel vento come se qualcuno ci abbia posto uno sbuffo sopra.
“Saremo figli di una nuova era, di una nuova vita e di nuovi colori, di nuovi modi e di nuove stagioni.
Tutto non sarà come prima.
Saremo consapevoli della sottile e fragile corda della vita, che basta poco per stuccarsi. Saremo nuovamente ammaliati dalla disarmante bellezza delle piccole e semplici cose, ma come prima, torneremo ad essere distratti.”
Che emozione, ragazzi! Nella bellissima Mole Vanvitelliana di Ancona si è tenuto il nostro spettacolo a tema Disney dal titolo “Disneiamo” lo scorso Sabato 24 aprile. Ve ne parlai la scorsa settimana proprio qui, sul Blog. Grazie di cuore a tutti i presenti, a tutti gli amici vecchi e nuovi che ho incontrato, a chi lavora con noi dietro le quinte, a chi ha fatto in modo che questa serata si realizzasse, al pubblico numeroso che ha partecipato con affetto immenso, ma soprattutto ai miei compagni di viaggio: Stefano Bersola, Pietro Ubaldi, Giorgia Vecchini ed Emanuele Merisio!💓💓
Ho cominciato a stare meglio con me stessa da quando so affrontare i temporali e so godermi l’incanto degli arcobaleni, da quando ho imparato a guardarmi meno allo specchio e di più nell’anima.
Ho sentito spesso dire questa frase e francamente nutro i miei dubbi sulla sua veridicità. Esistiamo come individui nel mondo, non per forza solo perché abbiamo un account su una piattaforma online!
RIPROPONGO QUI UN ARTICOLO CHE SCRISSI TEMPO FA SULL’USO DEI SOCIAL E SU QUANTO L’USO SPROPOSITATO DI UNA DETERMINATA TECNOLOGIA POSSA ESSERE NOCIVO, MOLTO NOCIVO. MI SORPRENDE CHE, A DISTANZA DI TEMPO, QUESTO SIA RIMASTO IL MIO PENSIERO DI FONDO SULL’ARGOMENTO. ALLORA MI SONO DETTA: “LO RIUTILIZZO, NON SIA MAI CHE QUESTO PEZZO VENGA PERSO”.
“Ero in metro dieci minuti fa: orario di punta, gente di ogni genere, odori di ogni genere.
Come di consueto avevo la musica nelle orecchie, una di quelle che mi tiene compagnia, che metto spesso per non sentirmi sola tra la gente più sola di me.
Mi sono seduta e di fronte a me c’erano cinque persone, tutte con lo sguardo letteralmente avvolto dai monitor dei loro cellulari.
Un ragazzo fra loro a un certo punto ha alzato gli occhi incappando nei miei che erano belli alti, e li ha strabuzzati quasi incredulo per il fatto di stare incontrando qualcuno che non guardava il cellulare, ma i volti delle persone.
Ho pensato dentro di me: “Ne usciremo mai? Quand’è che riprenderemo a guardarci?”
Mi chiedo spesso se questa “moda” dei cellulari ci abbandonerà mai e se, come molte altre cose passate, ci sarà una fine a tutto questo esserci.
Siamo dappertutto nell’etere, ma mai dove vorremmo davvero essere.
C’è un confine infatti tra il desiderio che sviluppiamo internamente e idealmente all’interno dei nostri micro mondi, e la realtà invece sempre più disarmante contro cui ci tocca lottare in ogni circostanza.
Uno fra i cento uomini più influenti del pianeta, Jaron Lanier, ha scritto un libro che si intitola “Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social”, in cui parla del meccanismo di dipendenza dalla rete Social definendolo come ‘il grande miraggio‘.
Lanier sostiene che l’essere umano stia pian piano perdendo il libero arbitrio poiché incontra soluzioni costruite ad hoc per lui senza la reale possibilità di scelta di qualsiasi prodotto. Stiamo diventando una manica di stronzi narcisisti – parole sue – maleducati e impertinenti, rabbiosi e prepotenti, perché sui Social possiamo scrivere ciò che vogliamo, pubblicare fake news, video che inneggiano all’odio verso qualsiasi categoria di esseri viventi che reputiamo diversa dalla nostra, foto di dubbia provenienza etica, e molto altro.
Abbiamo perso il senno, in sostanza.
È vero tutto ciò?
Abbiamo secondo me una grossa potenzialità che non è per forza tutta da investire on line, ma tra la gente che spera, mangia e respira proprio come noi.
Se avessi tentato di fare quattro chiacchiere con quel ragazzo della metropolitana che mi ha guardato sbarrando gli occhi, mi avrebbe presa per matta.
Avrebbe pensato: “Ehi, che diavolo vuole questa da me?”
Il pensiero mi ha fatto sorridere e al tempo stesso mi ha resa inquieta.
Abbiamo delle precise responsabilità nei confronti degli altri e nei nostri confronti: quello di rispondere con educazione durante una discussione riguardante un post, postare possibilmente solo notizie che ci siamo sincerati abbiano fondamento (e anche qui io eviterei, visto che non siamo giornalisti e non ce lo ha ordinato il medico di descrivere fatti di cronaca), condividere un certo genere di messaggio che sia quanto meno positivo e propositivo, non distruttivo, nel livello più basso che l’essere umano possa toccare.
Siamo maleducati, dunque? Non lo so, di sicuro non siamo la perfezione, né tecnologicamente né umanamente parlando.
Se siamo incattiviti dalle rete, quasi automaticamente ci verrà da pensare male anche di quello che ci circonda. È implicito. E la cosa peggiore è che avviene in maniera ormai naturale e sistematica.
Ecco perché Lanier suggerisce caldamente di chiudere nell’immediato i propri account Twitter, Facebook, Instagram.
Perché stiamo regalando le nostre vite a questo sistema Bummer, acronimo di Behaviours of Users Modified, and Made into an Empire for Rent, ovvero “il comportamento degli utenti, modificato e trasformato in un impero in affitto”.
E a proposito di affitto, ci sarebbe da chiedersi a questo punto come consideriamo i nostri account. Come case, forse? Ebbene, noi in casa nostra ci facciamo entrare la merda, o ne abbiamo rispetto? Stiamo forse al cellulare quando siamo a tavola? Urliamo per farci udire dai commensali che mangiano con noi? Prestiamo attenzione a non ferire i sentimenti dei nostri cari o ci insultiamo con freddezza e scostanza?
Ecco, forse dovremmo essere così, anche sui Social.
Non vi sto dicendo di chiudere Facebook o altro, non sono così estrema, ma manca l’educazione a qualcuno su questa piattaforma a giro chiuso. Sì, perché è di questo che si tratta, di un centimetro quadrato che ti viene riservato (concesso) per dire la tua; una sorta di investimento a vuoto di pensieri, che una volta che hai donato non sai se frutterà o meno qualcosa.
Modifichiamo il pensiero, e modificheremo le nostre vite interiori, non si tratta che di quello in fondo“.
Ho visto volti angelici tradire amicizie e amori senza alcuna pietà, e altri volti dai tratti duri essere fedeli ad un sentimento, in eterno.
Dopo molti schiaffi ho imparato che è superfluo, nonché deleterio, affidarsi alla sola percezione di quello che una persona ci vuol far credere di essere, come fosse una certezza.
Sappiate discernere tra chi è presente davvero, e tra chi invece finge di esserci solo in considerazione delle opportunità e dei propri vantaggi.
La morte della madre non è paragonabile alla morte dell’uomo che amavi: è l’anticipo della tua morte. Perché è la morte della creatura che ti ha concepito, portato dentro il ventre, regalato la vita.
E la tua carne è la sua carne, il tuo sangue è il suo sangue, il tuo corpo è un’estensione del suo corpo: nell’attimo in cui muore, muore fisicamente una parte di te o il principio di te, né serve che il cordone ombelicale sia stato tagliato per separarvi.
Una giornata di sole, amici cari che conosciamo da anni, amici nuovi che riempiono il cuore, come Maurizio e Mariuccia, sua mamma, una tenera e docile vecchina di 93 anni. Mariuccia sembra tanto innocua, ma non appena si gira Paolo mi dice: “Guarda che mi dava i calci nel culo quando ne combinavo una delle mie e avevo appena dieci anni, quella ce le dava a me e al Mauri”.
Ho sorriso, mentre con Patrizia perlustravo ogni angolo di questa antica cascina dove ora vivono, isolati ma felici; una scelta che abbiamo fatto tutti, dopo tanti anni dispersi nelle città a correre, senza una vera ragione.
Abbiamo avvertito tutti quella sensazione di “strozzamento” da caos milanese e alla fine ci siamo riuniti qui tra alberi e orti, a vivere quello stretto collegamento con la natura che in molti bramano ma che non hanno il coraggio di affrontare.
Paolo possiede un sacco di oggetti dalla bellezza incredibile, alcuni vecchissimi ma non per questo meno degni di un recupero, come una vecchia auto d’epoca che richiederà un po’ di olio di gomito per tornare agli splendidi albori.
Come dice (giustamente) Patrizia: “Qui non si butta via niente” – ed io penso che faccia proprio bene a pensarla così: tendiamo troppo spesso a buttare cose ancora nuove pensando che non meritino una seconda possibilità. E invece tutto merita salvezza, specie le amicizie belle come la nostra, le belle persone come Paolo, Patrizia, Mauri e la Mariuccia.
Sono grata, immensamente grata.
Buon rientro a tutti voi domani al vostro lavoro, me compresa 😉
La terza edizione di Ancona Comics&Games si svolgerà alla maestosa Mole Vanvitelliana, progettata nel 1733 su di un’isola artificiale pentagonale situata all’interno del porto, collegata alla terraferma da tre ponti.
Sabato 22 e Domenica 23 Aprile 2023 il capoluogo di regione marchigiano ospita Ancona Comics & Games tra le mura della Mole Vanvitelliana che per l’occasione si presta a far da cornice a un luogo di connessione dedicato agli amanti della Pop Culture contemporanea, fusion di fumetti, animazione, gaming, action figure, cosplay, cinema, serie TV, fantasy, sci-fi e tutto quanto riguarda le nuove frontiere dell’entertainment.
Sabato 22 aprile alle ore 17 va in scena DisneiAmo uno show che ripercorre in musica i grandi capolavori animati creati dal papà di Topolino dal 1937 fino ai nostri giorni, tra medley, sketch e canzoni indimenticabili che hanno fatto sognare intere generazioni! Un live frizzante e interattivo con tre protagonisti d’eccezione Stefano Bersola interprete e co-autore di tantissime sigle di cartoni animati, Pietro Ubaldi, attore, cantante e ‘voce’ del pupazzo Four, Doraemon, Scooby-Doo, Patrick Stella e moltissimi altri e Letizia Turrà, legata da sempre al mondo dei cartoons con la straordinaria direzione artistica di Giorgia Vecchini, conduttrice, e vincitrice, nel 2005, del W.C.S. World Cosplay Summit in Giappone. Un’occasione per vivere tutta la magia del grande cinema d’animazione in un unico spettacolo, per grandi e piccini.
DISNEIAMO è uno spettacolo musicale interattivo che ripercorre in musica i più grandi capolavori Disney dal 1937 ad oggi con medley, sketch e interazioni con il pubblico. La durata dello spettacolo è di 100 minuti.
Non pensavo sarei mai arrivata a dire che Facebook e Social simili mi hanno stancata. Dopo quindici anni di condivisioni di quella che è la mia vita reale, mi sento di colpo svuotata.
Per vivere in quello che viene ormai considerato un “format per vecchi” in cui non si fa altro che riversare le proprie frustrazioni riguardo i più svariati argomenti (inimicizie, politica, calcio e chissà cosa altro), mi ero allontanata dall’unico spazio che avevo creato e che considero la mia casa: questo Blog, nato per amore della scrittura e della lettura e in cui nel corso del tempo mi sono ritrovata ad essere letta da utenti interessati non solo al mio aspetto, ma alla persona che sono dentro.
Quindi, se vi starete chiedendo perché non sono sui Social da qualche giorno (se non ve lo siete chiesto, chi se ne frega), è perché sono qui, a raccontare di come procedono le mie giornate.
Ho sempre sostenuto (e resto di questa idea) che il nostro animo sia come un giardino tutto da coltivare; la terrà è dura, necessiterà di una zappata così il terreno tornerà ad ossigenarsi; pochi semi e un po’ di concime basteranno a far nascere nuove e produttive piantine. L’ingrediente principale – non dimentichiamolo – sarà l’amore che avremo infuso in questa azione che sembra tanto banale. In questo il mio amico Francesco (conosciuto proprio qui, ciao Frà!) potrebbe insegnarmi molto!
Da circa due anni non scrivo romanzi, seppure non abbia mai smesso di scrivere. Semplicemente, non ho più la foga di pubblicare né di essere letta da alcuno. Il Covid ha cambiato molte delle mie sicurezze facendomi comprendere che in realtà non possiamo essere sicuri di un bel niente.
Ricordo la mia faccina felice, che qui potete vedere (non guardate l’improbabile colore di capelli che ancora oggi mi distrae dal resto, ihihihihih) !! Mi fa piacere constatare che non ho perso quel sorriso, nonostante siano passati diversi anni.
Pensavo i giorni sarebbero passati più lentamente, che avrei avvertito una mancanza simile a un’astinenza. Invece no. Ho solo sentito il desiderio di parlare di questa sensazione di vuoto, di sfogare a casa mia quel senso di dolore che sentivo. In tutti questi anni facendo un bilancio sono più le cose che il Social mi ha tolto rispetto a quelle che mi ha dato. Ringrazio solo per le persone che ho conosciuto, alcune tra le quali sono diventate mie amiche fuori dal monitor che ci separava, e hanno portato tanta felicità a me e alla mia famiglia, oltre a capire chi sono e quale messaggio intendo portare alle persone. Grazie per avermi accettata per come sono, senza volermi cambiare.
Ci vuole un immenso lavoro da applicare su di sé per essere persone perbene e pochissimo per essere persone sgradevoli, quindi essere promotori e portatori di gentilezza è importante.
Quest’anno ho deciso di non fare l’errore degli anni precedenti coltivando troppi ortaggi; ho piantato solo il necessario alla sussistenza.
In parole povere, solo ciò che realmente serve (metafora da applicare a tutte le cose).
Torno a lavorare nell’orto, oggi mi occuperò della rincalzatura.
Voi avete un orto? Vi piacerebbe trasformare il vostro spazio in qualcosa di utile e fruttuoso e vederlo crescere, giorno dopo giorno?
Io credo che piaccia un po’ a tutti.
Quest’anno mio marito ha ideato un bellissimo progetto di orti rialzati (raised bed, tanto cari agli americani), così da richiedere meno sforzo fisico da parte di entrambi, e devo dire che è venuto molto bene! Devo ringraziare i miei preziosi vicini, anche, che nella fase di realizzazione e assemblamento del tutto sono stati preziosi!! Ogni aiuto rappresenta un prezioso tesoro e l’unione fa la forza, sempre!
Abbiamo piantato:
Pomodori di diverso genere (dal cuore di bue al cacao, al datterino e altro)
Lascia andare le persone che non sono pronte ad amarti. Questa è la cosa più difficile che dovrai fare nella tua vita e sarà anche la cosa più importante.
Smetti di avere conversazioni difficili con persone che non vogliono cambiare.
Smettila di presentarti alle persone che non hanno interesse per la tua presenza. So che il tuo istinto è quello di fare del tuo meglio per essere apprezzata da chi ti circonda, ma è un impulso che ti ruba tempo, energia, salute mentale e fisica.
Quando inizi a lottare per una vita con gioia, interesse e impegno, non tutti saranno pronti a seguirti in quel luogo.
Ciò non significa che devi cambiare chi sei, significa che devi lasciare andare le persone che non sono pronte ad accompagnarti.
Se sei esclusa, insultata, dimenticata o ignorata dalle persone a cui dedichi il tuo tempo, non ti stai facendo un favore continuando a offrire loro la tua energia e la tua vita.
La verità è che non sei per tutti e non tutti sono per te.
Questo è ciò che rende così speciale gli incontri con persone con cui hai amicizia o amore reciproci. Saprai quanto è prezioso perché hai sperimentato ciò che non è.
Più tempo passi cercando di farti amare da qualcuno che non ne è capace, più tempo sprechi privandoti della possibilità di quella connessione con qualcun altro.
Ci sono miliardi di persone su questo pianeta e molte di loro ti incontreranno, al tuo livello di interesse e impegno.
Più rimani coinvolto con persone che ti usano come cuscino, opzione di sfondo o terapista per la loro guarigione emotiva, più a lungo ti allontani dalla comunità che desideri.
Forse se smetti di presentarti, non ti cercheranno. Forse se smetti di provare, la relazione finirà. Forse se smetti di inviare messaggi, il tuo telefono rimarrà scuro per settimane.
Ciò non significa che tu abbia rovinato la relazione, significa che l’unica cosa che l’ha sostenuta è stata l’energia che solo tu hai dato per mantenerla. Questo non è amore, è attaccamento. È voler dare una possibilità a chi non se lo merita!
La cosa più preziosa che hai nella tua vita è il tuo tempo e la tua energia, poiché entrambi sono limitati. Ciò a cui dedichi tempo ed energia definirà la tua esistenza.
Quando ti rendi conto di questo, inizi a capire perché sei così ansioso quando passi del tempo con le persone, in attività, luoghi o situazioni che non ti si addicono.
Inizierai a realizzare che la cosa più importante che puoi fare per te stesso e per tutti quelli intorno a te è proteggere la tua energia più ferocemente di qualsiasi altra cosa.
Rendi la tua vita un rifugio sicuro, dove solo le persone “compatibili” con te sono ammesse.
Non sei responsabile del salvataggio di nessuno. Non sei responsabile di convincerli a migliorare. Non è il tuo lavoro esistere per le persone e dare loro la tua vita!
Perché se ti senti male, se ti senti obbligato, sarai la radice di tutti i tuoi problemi a causa della tua insistenza, temendo che non ti restituiscano i favori che hai concesso. È il tuo unico obbligo realizzare che sei il padrone del tuo destino e accettare l’amore che pensi di meritare.
Decidi che meriti una vera amicizia, un vero impegno e un amore completo con persone sane e prospere.
Quindi aspetta e vedi quanto tutto inizia a cambiare.
Ti preferisco adesso, ora che posso guardarti e sapere quanto tempo è trascorso dal momento in cui ti ho incontrato. Solo ora conto di te tutti gli anelli che come nell’albero lasciano intravedere ogni solco. Sapere di stare invecchiando, di farlo insieme a te, riempie i giorni di una buona e positiva consapevolezza.
Sento di avere un testimone che guarda il cielo con me e che come me assiste al suo variare di colori come la pennellata vigorosa data su una tela impressionista.
Mi preferisco oggi, ora che la mia pelle non è più una superficie tenera; oggi che le mani che toccano ogni oggetto della nostra vita sono attraversate da grinze di pelle.
Quanti giri lontani chilometri o forse ere, per poi ritrovarsi, infine, qui.