Caducità di un fiore.

Ogni giorno nell’affrontare la quotidianità, le ardue
strade della vita e tutto ciò che la contorna, non facciamo altro
che prepararci alla morte.

Ogni gesto, ogni pensiero, ogni
fallace certezza, non ci porta che all’unico traguardo finale, uguale per tutti.
Eppure proviamo collera verso la morte, ci scagliamo
contro le sue azioni, quasi con la pretesa di controllare il dolore
che lascia con il suo passaggio.


Ignoriamo che il dolore è qualcosa di antico di cui
nessuno ti dice nulla; nessuno ti spiega cos’è veramente soffrire
neppure da bambini, quando facciamo un sacco di domande
ritenute superflue dagli adulti.


Forse accade perché quantificare, dare un nome o
misurare un dolore, non è possibile. Lo devi sentire, e basta.
E mentre consenti al dolore di scavarti, a quel punto ti
dimenticherai di chi eri prima della sua venuta.
Ti ritroverai solo in una stanza a vetri e ti sarà concesso
di guardare da fuori le onde di un mare irrefrenabile, che finirai
per paragonare alla tua vita.

Letizia Turrà, 2022

Tratta la tua vita come fosse un giardino!

Il bello del giardinaggio: le mani nello sporco, la testa baciata dal sole, il cuore vicino alla natura. Coltivare un giardino non significa nutrire solo il corpo, ma anche l’anima.

(Alfred Austen)

Le patate si sono rivelate un ottimo esperimento, sembra stiano crescendo bene 😉 Resto in ascolto di quanto la terra avrà da dirmi; lei è maestra Divina, unica compagna in cui credo, dopo la musica!

È morto il mio Professore…

Una notizia che mi ha lasciata un po’ così…tempo fa avevo chiesto alla Prof. di inglese di passarmi il suo numero perché volevo sentirlo.

Era una persona semplice, dalla voce incredibilmente rauca a causa delle decine di sigarette che fumava al giorno; era un po’ sbilenco e con l’andatura affaticata; dimostrava il doppio dei suoi anni; amava il soul americano e mi faceva spesso dono delle sue cantanti preferite incise sulle audiocassette. Proprio nel momento in cui ne ho ritrovata una tra i vecchi libri di scuola, mi è tornato alla mente e ho ricordato le sue continue sollecitazioni affinché continuassi a cantare perché lui adorava sentirmi cantare.

La dicitura è scritta in stampatello: “A LETIZIA, UN GIORNO LE CANTERO’ A MODO MIO“.

Perché in fondo è così che si vive la propria vita: a modo proprio, seguendo le proprie note.

Non so più come vivesse la sua, di vita. Credo sia morto da solo, nell’indifferenza di un mondo che si spinge avanti tra le gomitate di chi cerca di andare oltre, pure lui, a suo modo.

Lo si credeva in giro per il mondo mentre invece era chiuso in casa da chissà quanto tempo.

Non aveva risposto ai miei messaggi e neppure alle mie telefonate, neppure quando gli avevo scritto chi ero. Forse si era addirittura dimenticato di me. O forse, si sentiva troppo solo per rispondere al mondo esterno.

Che la terra ti sia lieve, Gianni, io ora mi sento come una bambina senza di te, sento che sto crescendo e che molti di coloro che ho conosciuto se ne stanno andando.

Domani sarà passata, ma oggi fa un po’ male.

Ciao, la tua Aretha.

In ricordo di Albenga

Meravigliosa Albenga, in compagnia degli amici giusti, con le mani esperte di Niccolò che preparava il pane e dolci fatti in casa, rendendo il nostro tempo ancor più speciale.

La mia adorata amica Giuseppina ci ha fatti sentire a casa, come nessuno mai.

Alfredo con i suoi sorrisi mi ha ricordato mio nonno e quell‘amore che ancora oggi non mi abbandona.

Circondatevi di persone preziose, sarà valsa la pena di viverla questa vita inafferrabile.

❤️

Sabato 20 maggio Disneiamo torna a Pordenone!

Ciao amici!

Sabato 20 maggio sul palco Di Extracon Pordenone andrà in scena “Disneiamo” Un viaggio in musica che abbraccia il mondo Disney dal 1937 a oggi!

Lo spettacolo si terrà presso “Pordenone Fiere” (Viale Treviso 1 Pordenone).

Cliccate in basso per il Trailer Video del progetto:

https://fb.watch/ksrM6_5T1b/

Per acquisto biglietti cliccare qui https://www.extracon.eu/acquista-biglietti/?fbclid=IwAR2uJustsLVDrQT_Qqy64WsXrwecynaFV9rJWZhzrmlEMcSGFSmtJhEYja8%C3%B9

Non mancate… o vi tiriamo le orecchie!

Bacioni, Leti

Gaia in gita per la prima volta!

La mia puppulina si trova in gita e si sta divertendo. Sono qui, seduta nella penombra milanese delle ore 17, con i gomiti appoggiati alla scrivania e penso a quanto tempo è passato da quando fotografavo le sue gambe cicciotte e i suoi codini biondi carichi di boccoli.

È partita per la gita e già mi manca. Lo dico senza sentirmi ridicola, ho un rapporto bellissimo con lei; lei disegna, ha la testa piena di cose e di idee; ha un sorriso vincente e due occhi luminosi che non si possono non adorare; lei supera gli ostacoli nonostante abbia un Dsa, è gentile anche con chi non lo è con lei, sa rispondere a tono se serve, canta a squarciagola le canzoni della Houston. Di Gaia ho già parlato in passato per i suoi disturbi dell’apprendimento e continuerò a parlarne perché tutti sappiano cosa significa vivere nel loro mondo.

I suoi disegni saranno esposti in una mostra entro fine mese, è l’inizio di un percorso che lei sogna e che tutti i giorni le dona un respiro nuovo, una nuova grinta e una nuova spinta per proseguire.

È nato tutto da una serie tv. Stranger Things le ha letteralmente cambiato la vita. Dal momento in cui la serie è finita mi sembra di veder scorrazzare per casa un’adolescente del 1987 con la permanente e la musica nelle orecchie proveniente da un walk-man (inutile dire che ho dovuto comprarne uno per farla felice e ho dovuto farle fare la permanente come mia madre)!

Mi scrive che si sta divertendo, che è arrivata in albergo, la Toscana le piace e tutti le stanno simpatici! Sono felice, le ho scritto di divertirsi, che questi giorni voleranno.

Lo dico ripensando ai miei, di giorni, che sono volati con la velocità di un soffione nel vento come se qualcuno ci abbia posto uno sbuffo sopra.