Un periodo strano…

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È un periodo strano quello che sto attraversando. Ci sono giorni in cui sto benissimo, e altri in cui sento tremendamente la mancanza di qualcosa alla quale aggrapparmi.

Giorni di piena, che si alternano a giorni di vuoto. Un vuoto intenso, pungente, disarmante. La mia testa delira in quei momenti.

Vorrei scrivere, ma è come se qualcosa mi tenesse inchiodata lì. Mi frulla in testa la storia, i dialoghi, nuove parole da aggiungere.
Tuttavia, me ne resto ferma.

Ferma, forse in attesa, o forse solo in silenzio. Un silenzio del quale ho bisogno perché passo gran parte della mia vita ad ascoltare gli altri; il risultato è che nessuno ascolta me.
Penso sempre più spesso a mia madre. Questa mattina, nel buio più cieco ho come avvertito una carezza che mi sfiorava il volto. Una presenza al mio fianco, quasi soffocante.


Ho baciato la sua mano, ho sussurrato il suo nome.
Poi mi sono svegliata. Non c’era nulla, non c’era nessuno.
A volte mi sento sola, anche quando non lo sono.
Resto consapevole del fatto che nessuno ritorna da certi posti, né da certi mondi.
Nessuno torna, una volta chiusa la porta.


Nessuno ci spiega com’è viverla questa vita, è un’arte per la quale ce la dobbiamo vedere da soli.

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Il cibo…che meravigliosa invenzione!

 

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Adoro queste foto che mi ha scattato Erica Campanella nella cucina della mia casa.

Mi ricordano che per me il cibo ha sempre avuto una funzione fondamentale: la condivisione e la scoperta dei sapori, le gambe di mio nonno sulle quali mi sedevo perché mi portasse alla bocca piccoli pezzetti di cibo con lo stuzzicadenti, e la varietà di pietanze esistenti.

Mi ricorda che ogni volta che il frigo mio e di mia madre era vuoto, andavamo a bussare alla porta di mia nonna; lì da mangiare non mancava mai, come ogni tipica famiglia del Sud di quegli anni.

Da allora ho mantenuto un legame saldo con il cibo. Ricordo ad esempio il religioso silenzio a tavola, poche volte interrotto dal suono della voce mio nonno che mi rimproverava perché mangiavo tutto senza pane. E mia nonna che gli diceva di non arrabbiarsi, di lasciar stare, che non era successo nulla.

Mi ricordo della mia merenda che mi sembrava fantastica, e che oggi fatico persino a riconoscere per quanto “il contenuto non è fedele all’immagine riprodotta sul pacchetto”!

Il cibo è la catena che unisce le famiglie intorno a una tavola; è il sugo di mia nonna che iniziava a preparare alle 6 del mattino e finiva di cuocere alle 12; è il vino prodotto in casa, l’olio comprato dall’uomo di fiducia; le bestie che nonno Vincenzo (detto Cecè) uccideva al nostro cospetto e poi consumava con noi tutti alla sera, riuniti nella sua taverna.

Ricordi inspiegabilmente forti, avvinghiati al cuore e ai muscoli della mente.

Il cibo…che meravigliosa invenzione.

In sottofondo: https://youtu.be/53Dh-I0_m5Y

photo: Erica Campanella http://www.ericacampanella.com/