Il mio cielo è grigio…porpora

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“Osservare il cielo è la grazia e la maledizione dell’umanità. ” Aby Warburg copertina di Chiara Fedele

 

 

Ero di ritorno verso Milano lo scorso gennaio.

Il cielo romano faceva presagire una scrosciata, di lì a poco. I colori si mescolavano tra loro: in un primo momento un vivace azzurro con enormi nuvole, pesanti e ingrossate. Poi, tendente al nero, con a tratti strisce di un rosa intenso.

Pensai al libro che stavo scrivendo. Il mio primo pensiero ricadde su Matteo, il bambino autistico con il quale ho convissuto negli ultimi otto mesi, e della difficoltà (almeno per la sottoscritta) di trattare e scrivere dell’argomento “autismo”.

Quel cielo fu di grande ispirazione. Mi resi conto che non era un cielo come tutti gli altri.

Mia figlia mi venne in aiuto, sostenendo che fosse “grigio porpora”.

Nessun adulto avrebbe mai dato una tale definizione a quel cielo, tranne un bambino.

Solo un bambino, infatti, è in grado di vedere “certi” colori.

Noi ci occupiamo ormai di altro. Siamo cresciuti, siamo adulti, con una marea di cose da fare, in un mondo che corre e corre…e corre, senza davvero soffermarsi su nessun dettaglio che lo riguardi.

Siamo totalmente immersi nel nostro mondo, individuale e genitoriale, da non guardare più neppure al cielo.

La vita è un viaggio misterioso, nel quale ci si può imbattere in sofferenze, tribolazioni, immensa gioia e amorevole condivisione.

Se si parla di coppia, poi, è sicuramente il sentiero più misterioso e arduo di cui due persone possano far parte.

Se poi vi sono anche casi in cui i soggetti coinvolti sono più di due, allora la situazione si complica, e l’oblio risucchierà gran parte dei passi compiuti in precedenza, come nel caso della storia che qui si narra.

Mentirei se dicessi che è stato semplice scriverla, ma come dico sempre, non tutto ciò che è complicato manca della necessità di essere scritto.

La storia di Beatrice è uguale a quella di centinaia o migliaia di donne come lei, che aveva il bisogno di essere raccontata, perché qualcuno potesse donarle un’ulteriore voce.

Parliamo di una donna matura, seppure ancora giovane internamente, la quale è pienamente cosciente di quale sia il suo ruolo in famiglia e delle responsabilità che si è assunta nella vita, ma non per questo è pronta a decidere di stravolgerla consapevolmente, quando si rende improvvisamente conto che quella vita non è perfetta come pensava.

Seppure si incontrino sempre più donne di cinquanta anni più belle di ragazzine di venti, è anche vero che sempre più ci ritroviamo ad affrontare il dilemma di invecchiare. L’uomo diventa in molti casi affascinante con il passare del tempo, mentre la donna subisce il suo repentino arrivo, con la conseguente, inevitabile modifica del suo aspetto.

Tutto qui viene descritto proprio partendo dal momento nel quale, interiormente ed esteriormente, si inizia a compiere un’analisi attenta di quel dolore profondo, che deriva da un tradimento e dalle domande, che troppo spesso manchiamo di fare a noi stessi.

Beatrice si interroga a lungo, impotente per essere finita nel limbo dei “traditi”, di cui riteneva non avrebbe mai fatto parte.

Il male che ne deriverà la devasta.

Lei pretende ancora molto dall’amore, e non accetta di pensare che la sua vita possa finire così, senza più la bellezza stessa dell’amare.

E’ stata la routine a stravolgere il suo matrimonio che andava a gonfie vele? E’ forse stata la mancanza di un dialogo sincero? Oppure, più semplicemente, lei è troppo vecchia e suo marito ha preferito trovare un’amante giovane e fresca, spensierata, senza problemi?

Quando siamo giovani, spesso restiamo a osservare chi è più vecchio di noi come se ci trovassimo aldilà di un vetro, e i nostri occhi stessero vedendo qualcosa di molto, molto lontano. Talmente lontano, da non appartenerci.

Eppure, arriverà anche per noi il momento in cui le rughe recupereranno il nostro volto, lasciando il loro segno, legittimo e obbligato.

Avremo anche noi schiene ricurve, animi solitari, deserti emotivi da dissetare.

Non si resta giovani a lungo, e non si resta neppure aridi per sempre, se sappiamo comprendere il significato e la funzione profonda che l’amore ha nella nostra esistenza.

Beatrice compirà ciascuno di quei passi, che la condurranno ad avere un’unica consapevolezza: ha perso molto dell’amore che possedeva, ma ne ha ottenuto uno ancora più grande.

Ha conosciuto un cielo azzurro e splendente, ed un altro sconosciuto, dal colore a dir poco inverosimile.

Eppure, era quello il cielo sotto il quale era sempre stata.

E voi… sapete di che colore è il vostro cielo?

Vi auguro una buona lettura, nella quale immergervi.

Non solo, vi abbraccio dal profondo del cuore.

Ringraziamenti: 

Non posso dimenticarmi di ringraziare una vera Artista con la A maiuscola: l’illustratrice e amica Chiara Fedele, per aver realizzato questa copertina, assolutamente straordinaria nella sua semplicità, e al tempo stesso naturalezza nell’esprimere appieno ciò che si cela dietro il significato di questo libro. Sito Internet http://chiarafedeleillustrator.blogspot.it/

A presto, Letizia T.