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Rivedere Londra fu l’emozione più forte mai provata dopo la vista della Tour Eiffel di Parigi.

Tutto lì profumava di casa, di nostalgia, di ricordi carichi d’amore, soprattutto di infanzia.

Persino la pioggerellina che un tempo detestava, aveva assunto una magia altisonante, che si faceva udire a gran voce dagli ombrelli dei meno temerari.

Patricia era tornata nel quartiere dove un tempo viveva con la madre, dove ancora risiedevano le poche persone rimaste in vita, tra cui la Signora Weber e suo marito.

Aveva portato con sé la scatola di legno, quella dei ricordi, decise che l’avrebbe aperta solo nel momento in cui fosse giunta davanti alla tomba di Mr. Pitor.

Un’ora prima del suo arrivo le ruspe avevano già iniziato a scavare. La Signora Weber si era recata lì per starle accanto, insieme ad un altro paio di guardoni, giunti lì solo per assistere.

<<Che emozione, è tutta la vita che sognavo di vedere una tomba che viene aperta!>> si avvicinò una donna a lei sconosciuta.

<<La cosa quindi la emoziona?>> le disse guardandola in faccia.

<<Sì, mi è sempre piaciuto, tanto lo sappiamo come va a finire…la troveranno intera, senza dubbio.>>

<<Senta Signora veggente…>>

<<Patterson, mia cara, Miss Patterson.>>

<<Non credo che faccia molta differenza, ma ad ogni modo…Signora Patterson, sarebbe molto meglio se ora lei girasse i suoi tacchi e andasse a fanculo per quella via a sinistra, la vede? Sono sicura che lì troveranno un posto adatto a lei, un posto che la emozioni, finalmente, come ha sempre sognato.>>

La donna si irrigidì come una statua di sale e si allontanò con le chiappe strette, come quelle di una gallina.

Fu incredibile realizzare che anche la morte, così come la paura, avesse un suo odore; uno di quelli che perforò le sue narici come era successo con il sangue a casa di Scott; di quegli odori che non si dimenticano, mai, perché differenti da tutti gli altri.

Chiuse gli occhi di fronte al corpo di sua madre intatto, che ancora stringeva la coroncina del Rosario che nonna Marzia le aveva messo fra le mani incrociate, pregando che a quella figlia tanto ribelle, Dio riservasse comunque un posto nel suo Paradiso.

<<Non guardare mia cara.>> la abbracciò la Signora Weber.

Si avvicinò un uomo vestito distintamente.

<<Buongiorno Signora, il mio nome è Carl Peabody e sono il responsabile dei servizi del cimitero di Kensal, lei deve essere la figlia, ci hanno informati che sarebbe stata lei a occuparsi di tutto. Non c’è molto che debba fare in realtà, sua madre resterà qui per i successivi cinque anni, durante i quali la salma subirà il processo di mineralizzazione; successivamente sia la tomba che la salma verranno completamente rimosse.>>

Rimase in silenzio ad osservare la ruspa che riponeva la terra, esattamente come era sistemata in origine.

“Il posto più bello del mondo è da nessuna parte”, Letizia Turrà