È morto il mio Professore…

Una notizia che mi ha lasciata un po’ così…tempo fa avevo chiesto alla Prof. di inglese di passarmi il suo numero perché volevo sentirlo.

Era una persona semplice, dalla voce incredibilmente rauca a causa delle decine di sigarette che fumava al giorno; era un po’ sbilenco e con l’andatura affaticata; dimostrava il doppio dei suoi anni; amava il soul americano e mi faceva spesso dono delle sue cantanti preferite incise sulle audiocassette. Proprio nel momento in cui ne ho ritrovata una tra i vecchi libri di scuola, mi è tornato alla mente e ho ricordato le sue continue sollecitazioni affinché continuassi a cantare perché lui adorava sentirmi cantare.

La dicitura è scritta in stampatello: “A LETIZIA, UN GIORNO LE CANTERO’ A MODO MIO“.

Perché in fondo è così che si vive la propria vita: a modo proprio, seguendo le proprie note.

Non so più come vivesse la sua, di vita. Credo sia morto da solo, nell’indifferenza di un mondo che si spinge avanti tra le gomitate di chi cerca di andare oltre, pure lui, a suo modo.

Lo si credeva in giro per il mondo mentre invece era chiuso in casa da chissà quanto tempo.

Non aveva risposto ai miei messaggi e neppure alle mie telefonate, neppure quando gli avevo scritto chi ero. Forse si era addirittura dimenticato di me. O forse, si sentiva troppo solo per rispondere al mondo esterno.

Che la terra ti sia lieve, Gianni, io ora mi sento come una bambina senza di te, sento che sto crescendo e che molti di coloro che ho conosciuto se ne stanno andando.

Domani sarà passata, ma oggi fa un po’ male.

Ciao, la tua Aretha.

3 pensieri su “È morto il mio Professore…

  1. Di recente ho scoperto che è morta la mia maestra di italiano delle elementari. Lei aveva una bella famiglia, ma negli ultimi anni era confinata in casa, su una sedia a rotelle e al suo telefono rispondeva la badante che capiva poco o nulla. Mi è dispiaciuto scoprirlo: mi ha sempre sostenuta e ha sempre creduto nelle mie doti di scrittrice. Con lei se n’è andata anche un parte di me e del mio passato.

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    1. Mi ha fatto riflettere su quanto tempo avremmo avuto per riprendere quel rapporto ed invece, in un modo o nell’altro, non ci siamo riusciti. A volte non è il pensiero che manca verso l’altro, ma solo la volontà di afferrare un attimo per farsi sentire da quella persona. Quanti momenti perdiamo, senza saperlo davvero riconoscere. Anche lui, come la tua professoressa, credeva in me e mi ha spronata lungo il sentiero della musica, e della scrittura. Ormai è tardi per ringraziarlo, ma so che lui ha vissuto attimi belli con i suoi studenti e tutti gli siamo rimasti legati.

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      1. Sì, anche la mia maestra è stata tanto amata: dagli studenti e della sua famiglia. Mi spiace solo che il mio libro sia stato pubblicato un anno dopo la sua morte. Sarebbe stato bello vedere la gioia negli suoi occhi per il mio risultato. Concordo su tutto il resto: rimandiamo sempre troppo tra il pensiero e l’azione.

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