
“Non è andandotene che risolverai i tuoi problemi.” lo tiro per un braccio.
“Tu non capisci vero? Per te io sono ancora il tuo bambino. Nessuno dei miei modi di attirare la tua attenzione ha sortito alcun effetto. Tu non fai che preoccuparti della moto, senza comprendere che la moto non è che un modo per rafforzare la mia autostima.”
“Autostima, ma di cosa parli? Sei un ragazzo forte e bello, non hai problemi di nessun genere.”
“Sono gay mamma. Mi hai sentito? Quelli come noi hanno problemi, di ogni genere. È una scelta sofferta, ponderata la mia. Amo un uomo da oltre un anno ed ora vado a vivere da lui. Era solo questione di tempo e ve lo avrei comunicato.”
“Non me ne hai mai parlato fino ad oggi.” ribatto pietrificata.
“Adesso sai come ci si sente ad essere l’ultimo a sapere le cose.” distacca il braccio violentemente, avviandosi verso la porta.
“Tuo padre lo sapeva?”
“Che importanza può avere?”
“Ne ha per me. Lo sapeva sì, o no?”
“Gliel’ho detto solo ieri sera. Quello che è successo mi ha aiutato a vuotare il sacco. Non ce la facevo più a mentire. Non è semplice convivere con un segreto del genere. Ho deciso che ero stanco di fingere. Ho deciso che voglio vivere ogni istante della mia vita felice, d’ora in poi.”
“Sei felice con lui?” chiedo.
“Sì, lui mi rende felice.” sorride.
Sono incredula di fronte a questa confessione, eppure cosciente che tutto questo è giusto.
È così che le cose dovevano andare. Lascerò che sia il destino a scegliere quale sarà la mia strada d’ora in poi, seppure non accetti di non avere mai compreso a fondo i miei figli.
“Quindi vai?” chiedo triste.
Annuisce, poi mi dà un bacio sulla fronte.
Mi fa male quando lascia le sue chiavi di casa sul tavolo.
So che mi sta dicendo “non torno più da stasera, non aspettarmi”, e che questo suo lasciarmi sarà definitivo.
Credevo fossimo forti, invece siamo tutti frangibili, è questa l’unica cosa certa.
Ora sono davvero rimasta sola.
Ripenso ad Axel, ai suoi occhi grandi e profondi.
Oggi lascerà l’Italia, e chissà se mi sarà concesso mai di rivederlo.
Non ho neppure il coraggio di prendere in mano il mio dannato telefono, per sentire un’ultima volta la sua voce. Ho timore di pronunciare ancora il suo nome, sapendo che subito dopo ciò che avvertirò sarà un senso di enorme vuoto.
Io e la mia vita perfetta…improvvisamente ho scoperto che ognuno di noi ha mentito all’altro per lungo tempo, e anche a se stesso.
Ho dato una revisionata al mio concetto di stabilità e di perfezione, prendendo coscienza che si può anche incappare in un binario sbagliato nella vita, senza che quest’ultimo ti fornisca alcun preavviso.
Così ho seguito il binario del cuore, che era quello che mi sembrava più indicato, e che invece mi ha fatto deragliare.
Non so come si faccia a ripartire da zero alla mia età.
È tutto un inganno quello che ti vede restare da solo per scelta.
Nessuno di noi è felice davvero, da solo.
Letizia Turrà, Il mio cielo è grigio porpora – estratto
Io da solo impazzirei..amo i miei momenti di solitudine…mi fanno stare bene… pensare che la sera non hai nessuno al tuo fianco con cui parlare del più e del meno è bruttissimo…poi i figli che vadano per la loro strada, indipendentemente dal sesso che preferiscono…se loro sono felice io sono felice… appoggerò le loro scelte sempre…so cosa vuol dire avere un genitore che ti contraddice sempre…non si vive serenamente..ed io questo alle mie figlie lo eviterò…notte Letizia
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Concordo in toto con te! Un abbraccio fortissimo ❤️
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