Cosa vuol dire “Addomesticare”?

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Rimase in silenzio ad osservare gli alberi scossi dal vento.

Avevano un suono soave, in quel delicato fruscio fu come se potesse ancora rivedere sua madre viva, davanti a lei.

Si avvicinò Mr. Pitor, l’unica persona della quale ella si fidasse.

<<La morte non è che un altro sentiero bambina. Non è la fine di tutto, ma l’inizio di una nuova stagione.>>

<<Lei crede Mr. Pitor? A me manca così tanto. Prima la mia sorellina, ora la mamma. Perchè tanto accanimento da parte della vita nei miei confronti?>>

<<Ma di quale accanimento parli. Non è la vita a scegliere il nostro percorso, siamo noi a tracciare la sua via. Ti ho portato un regalo.>>

Patricia lo guardò con gli occhi stracolmi.

<<Bè non lo apri? E’ un regalo.>> disse col mento compiaciuto e sporgente.

Strappò la carta e intravide il disegno di un bambino dai capelli biondi, la faccia gialla e un grande mantello verde. Era anche munito di una spada, come se fosse il protettore di un regno tutto suo.

<<“Il piccolo principe”. Che cos’è? una favola per bambini?>>

<<Secondo te lo è?>>

<<Mr. Pitor, mia madre è appena morta. Non riesco a pensare ad altro che a questo in questo momento. Lei è gentile, ma io non credo nelle favole.>>

<<Questo Patricia, è un romanzo innanzitutto, e non narra di una semplice favola, è un insegnamento di vita. Insegna agli adulti che hanno scordato di quando erano dei bambini, come fare per non “dimenticare”. Inoltre, parla dell’importanza di creare dei legami. Il termine che qui viene menzionato più volte è “addomesticare”. Sono sicuro saprai comprenderlo e portarlo con te, come il più importante dei doni, nel tuo cuore. Un giorno voltandoti, avrai nostalgia anche di questo terribile giorno. E’ così che vanno le cose. Da adulto (sorrise, perchè ormai era vecchio) quale sono, rimpiango un sacco di cose. E il rimpianto, bambina mia, è un sentimento sconosciuto per i bambini. Ecco perchè ti ho fatto questo regalo. Voglio che tu sia come l’aviatore, che impara ogni giorno l’importanza di restare puro, da un bambino sconosciuto. Voglio che tu trovi qualcuno da addomesticare e ti lasci addomesticare a tua volta.>>

<<Non è vero Mr. Pitor. Io ora comprendo perfettamente cosa voglia dire “rimpiangere”. Rimpiango infatti la mia mamma.>>

<<Forse quando perdiamo qualcuno cambia il nostro livello di coscienza. Diventiamo troppo consapevoli dell’esistenza del male, e questo ci rammarica. Ci può inaridire, farci perdere la bussola. E’ quello che non dovrai permettere a questo triste avvenimento di fare.>>

<<Secondo lei esiste il paradiso Mr. Pitor?>>

<<Io credo sia ancora presto per me perchè mi ponga questo tipo di domanda. Credo più in una sorta di reincarnazione. Siamo qui per un tempo limitato in cui ci viene richiesto di assolvere ad alcuni compiti. Conclusi quelli, il nostro involucro (il corpo) viene lasciato per permettere alla nostra anima di essere ospitata presso un altro involucro, un nuovo corpo.>>

<<Una teoria interessante, ma non credo sia possibile. Che ne sarebbe di noi e di tutti i nostri ricordi? Del nostro passato cosa rimane scusi?>>

<<E’ questo il punto. Nella vita successiva non ricorderemo più nulla di quella precedente, a patto che riusciamo, prima di assolvere a quel famoso “compito” affidatoci, a cancellare ricordi negativi dalla nostra esistenza. Proprio in virtù di questo, non dovrai lasciare che i dolori di oggi rimangano troppo a lungo nel tuoo cuore, non devi permettergi di logorarti. Tu camminerai sulle macerie del tuo passato, non lascerai che esse ti sotterrino. Promettimelo, Patricia.>>, disse stringendo il pugno.

<<Lo prometto, Mr. Pitor.>>

<<Devi ripeterlo. IO CAMMINERO’ SULLE MACERIE DEL MIO PASSATO.>>

<<Io camminerò sulle macerie…>> ripetè decisa.

 

Tratto dal nuovo libro di Letizia Turrà (Work in progress)

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Image: Google (Libri)

 

 

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