Il mio forte e robusto amico Sam.

 

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E’ l’anno che stabilirà la mia rivoluzione questo, lo sento.

Lo so da quando è arrivato Sam.

Sam è alto, forte seppure molto esile, e ha una chioma folta che protende verso il cielo.

Sam è un albero. Non un albero qualsiasi. Lui è l’albero della famiglia, la nostra.

E’ ancora piccolo, ma un giorno diventerà grande.

Sono cambiate tante cose da quando c’è Sam, o forse sono io ad essere cambiata.

Sono diventata più silenziosa, più introspettiva, con meno comprensione nei confronti di chi mi ferisce (o tenta di farlo) e massimo amore per chi al contrario mi sta accanto, supportandomi ogni giorno.

Sono tornate le libellule e le farfalle bianche, e i pomodorini del mio orto sono passati da un colore verde chiaro a un rosso intenso.

Ho perso delle persone che non erano nella mia vita per migliorarla, e le ho lasciate proseguire, sperando che un giorno possano migliorare la loro esistenza.

Ho concluso il mio corso di fotografia, e adesso prendo la reflex solo quando voglio davvero fermare un momento che non si ripeterà, come le piccole gambe di mia figlia, che in men che non si dica sono diventate lunghe, come quelle di un fenicottero.

Lei sta crescendo, ed io non posso fare niente per evitarlo. Tutto si muoverà e ruoterà al di fuori di me, e del mio volere, così ho posto fine anche alla mia mania di controllo.

Ho anche smesso di fingermi forte, perché ho capito che non serve, e ho affidato alla carta ogni singola emozione, perché almeno i miei libri non mi giudicano, e mi lasciano essere me stessa, con la massima indulgenza.

Ho aiutato delle persone che avevano bisogno che fosse tesa loro una mano…e poi le ho lasciate andare quando ho compreso che le loro ali erano pronte per spiegare il volo.

Ho cominciato a dire alle persone alle quali voglio bene che gliene volevo, senza più paura di non sentirmi rispondere “Anch’io”.

Ho sentito più vicina la morte, rispetto alla vita, e ho lottato contro i demoni della solitudine, vissuta nel modo più orrendo.

E’ stato grazie a Sam che ho trovato questo coraggio. Forse. O ancor più probabilmente, lo serbavo dentro di me, nell’attesa che venisse fuori.

Un giorno il suo tronco diventerà prospero e forte, ed io sarò sempre lì, pronta ad ammirarlo, e gli sarò grata per ogni singolo cambiamento che nel corso del tempo sarà avvenuto.

Sam seguirà le nostre vite, le urla delle mie figlie, la porta che sbatte quando usciamo, le tavolate alla domenica, il caos delle feste in giardino con gli amici, quelli veri.

Non è forse così che potremmo definire la nostra vita? Come un albero perpetuo, attraverso il quale le nostre energie si snodano e vengono convogliate, e lungo i suoi rami mutano, unitamente al nostro progredire, o regredire.

Fabrizio Caramagna mi ha scritto che nella vita bisognerebbe realizzare almeno tre cose: fare un figlio, scrivere un libro…e piantare un albero.

Così ho sorriso guardando in direzione di Sam, leggendo proprio quelle parole.

Chissà se sarò mai davvero in grado di separarmi da lui, o da tutto il resto.

Letizia T.

PHOTO: Noi e Sam

 

 

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