Non ho mai creduto che siamo su questa terra per nascere, vivere lavorando e pagare le tasse, aspettando che arrivi la vecchiaia ad incombere su di noi (nella migliore delle ipotesi, se non arriva prima la morte), per poi restare soli, o morire circondati dai nostri cari accorsi al nostro capezzale.
Ciascuno di noi ha uno scopo ben preciso qui su questo Pianeta, solo che non tutti riescono ad intravederlo, perchè preferiamo restare inermi ad aspettare che la cosiddetta “manna arrivi dal cielo”.
Neppure io fino ad un certo punto della mia vita mi ero resa conto di quanto valore essa avesse, fino a che non è stata scossa da un evento che mi ha fatto comprendere che stavo viaggiando su un binario morto, privo di alcuna destinazione.
Un grave incidente mi ha permesso di comprendere che ho solo questa vita, che esisto solo ora, che scrivo solo oggi, e che ogni giorno della mia vita potrebbe essere l’ultimo.
E così sono partita alla ricerca di me stessa, senza più affibbiare le responsabilità per la mia felicità o infelicità ad alcuna persona.
Troppo spesso, infatti, abbiamo ragione di ritenere che sia il male ricevuto ad averci trasformati.
Non vi è pensiero più errato.
E’ come noi abbiamo scelto di reagire a quel determinato “male”, che ha influito sulla resa dei nostri sentimenti.
Perchè se davvero credessimo in noi e nelle nostre capacità, non lasceremmo che fosse un altro a determinare la nostra sfiducia nel prossimo, nè tantomeno dovremmo credere alla bugia che per colpa di quella persona siamo improvvisamente diventati degli stronzi.
Siamo felici solo se abbiamo un amore a cui aggrapparci con tutte le nostre forze, un capo che ci gratifica per il nostro lavoro, centinaia di amici che ci invitano alle feste.
Pensateci, è ridicolo.
La prima porta della felicità siamo noi ad aprirla e nessuno, ripeto nessuno, può essere la nostra mano nel guidarci fino alla maniglia di quella magica porta.
Quelle felicità, che possono diventare passeggere, sono un corollario di quello che siamo noi, non sono la ragione per cui viviamo, ecco perchè la nostra vita deve essere legata a uno scopo, quello di donare agli altri attraverso i mezzi che la nostra impermanenza qui ci ha fornito.
Questo Natale, come ormai ogni anno da quattro anni, ricade l’anniversario del giorno in cui morii per poi rinascere.
Capii che non possiamo dare per scontato quanto possediamo, non ce lo possiamo permettere. Non possiamo vivere solo in superficie, dobbiamo vivere anche nel profondo, per comprendere che vi sono tante persone che soffrono per malattie misteriose e incurabili, mamme che non vedranno i loro figli crescere, amori che svaniscono dall’oggi al domani per inezia, persone che perdono tutto ciò che hanno e finiscono per strada, laddove nessuno li potrà sostenere, comprendere, nè aiutare, e libri, che non verranno mai scritti se la penna muore.
Ovvio, non possiamo aiutare tutti, perchè ciascuno di noi pensa di avere già la sua vita da vivere, come potrebbe aiutare anche il prossimo?
Eppure ci sono minuscoli, microscopici, impagabili gesti d’amore che un essere umano può compiere, anche solo con l’uso della parola, per aiutare chi ha perso la speranza.
Perchè la nostra vita non è vita, se non aiutiamo anche un altro a VIVERE.
E non si tratta di procreazione, ma di RINASCITA dell’Essere.
Ho “usato” questo Natale, il periodo in cui mi sento più triste, per far felice qualcun altro con una parola, un invito a casa, un panettone fatto col cuore.
E non l’ho fatto perchè questo dovesse arricchire solo il ricevente, ma perchè ha arricchito me interiormente.
C’è il sole, e so che uscirò a godermi la vita respirando a pieni polmoni finchè ci sono, ritenendo sia meraviglioso il fatto che io riesca ad emozionarmi anche solo guardando una foto, quella allegata a questo articolo.
E’ di una ragazza forte, che conosce il dolore, e che da lontano seguo e tengo stipata nel mio cuore.
E voi che mi leggete, cosa state davvero facendo? State vivendo o state attendendo che arrivi qualcosa da molto lontano a salvarvi?
Io ci penserei.
A presto, Letizia T.
Image credits: Nancy Ghislanzoni