
…”E poi guardami, sembro il brutto anatroccolo, guarda come sono magra, non so neppure di donna! Non troverò mai un ragazzo!”
Sorrise guardando i fiori che mi aveva regalato.
-“Quindi vuoi dirmi che ho portato questo mazzo di fiorellini ad una donna magra, brutta e insicura? Io credo invece che non si è mai davvero lontani da chi abbiamo amato finché cuore e mente, seppur in modo remoto, rievocano nei ricordi le persone che hanno dato senso a tutto ciò che ci circonda. Questo riguardo tuo nonno…”
-“E… riguardo me?”, dissi maliziosamente.
-“Penso che tu sia bellissima come una rosa, ma piena ancora di spine, spine che pungono facendo uscire il sangue. Sei ancora in grado di farmi male.”
Mi colpì molto quella descrizione di me che non ero mai stata in grado neppure io di vedere prima di allora.
Bella come una rosa ma colma di spine.
Lo guardai negli occhi e guardai le sue mani.
Ogni giorno in più che passava pensai che stesse migliorando col tempo, si faceva sempre più profondo e mi affascinava quel suo sguardo smarrito e furtivo. Quello sguardo che sembrava non soffermarsi su niente ma che invece riusciva nitidamente a leggere in ciascuno delle persone che incontrava con una tale certezza e un’assoluta purezza da lasciare stupiti e inquieti allo stesso tempo.
Si avvicinò per darmi un bacio, ma io mi tirai indietro.
Come tutte le cose belle che amavo, tendevo a rifuggirne per la paura che, una volta arrivate al cuore, esse non sarebbero più riuscite a soddisfare quel mio bisogno di essere “riempita” di sentimenti.
Era come se fossi attratta dal senso di vuoto che tira a sé più del pieno, che spesso davo per scontato.
“Il labirinto di orchidee” di Letizia T.
Tutti i diritti sono riservati e protetti.
Photo: Internet
No scusa…io voglio il libro 😀
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AHAHAH Mony! Appena sarà pronto (per la fine dell’anno) te lo farò avere! Contaci, sarai la prima a leggerlo!
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