Il libro ‘Mi amero’ lo stesso’, l’autobiografia di Paola Turci, in una foto diffusa il 1 ottobre 2014.
Conobbi Paola Turci che ero giovanissima. Credo fosse il 2000, lavoravo in uno studio di post produzione musicale in Via Palermo a Milano.
Rimasi subito colpita la prima volta che vidi un personaggio che prima avevo sempre visto in tv, in carne e ossa davanti a me… e che personaggio poi!
Paola possedeva quel piglio fiero, da combattente, un modo quasi duro di porsi con chi entrava per la prima volta a contatto con lei.
I capelli lunghi e castani le coprivano il volto solo su un lato, che manteneva celato, per una specifica ragione.
Al di là di quegli spigoli, la sua voce calda e suadente si apprestava a donare emozioni.
Fu un bel momento che ricorderò sempre con nostalgia.
Una vita da combattente la sua, persino quando un incidente nell’agosto del 1993 le costa quasi la vita sulla Salerno-Reggio Calabria, da cui esce con il volto sfregiato, cento punti di sutura e un occhio salvo per miracolo.
Paola combatte per riprendersi ciò che le è stato tolto, perché conta di più la sua dignità, la sua arte, quella che vuole mettere al servizio del pubblico che la ascolta e per il quale sente di essere nata.
Canta dolcemente e grintosamente, Paola. Canta alla vita, con il volto sempre seminascosto dai capelli.
Non è semplice accettare quelle cicatrici, non è semplice non vedere il solco che si crea nell’anima. E’ una ferita troppo grave per una donna.
Non resta che decidere a quel punto cosa nella tua vita conti di più: se ciò che pensano gli altri di te, o cosa davvero tu pensi di te.
Ripartendo da se stessa con un coraggio da leone, riprende a fare la sua musica, con la sua voce graffiante e un rock delicato, che regala straordinarie emozioni a chi le sa apprezzare.
Perché è così che le cose vanno, sono poche le persone che sanno ammirare alcune sonorità, perché talvolta è difficile, se non impossibile, comprendere che proprio dietro vi sia un vissuto chiaro e un destino preciso, come quello che è toccato a Paola.
Lei ha recuperato non solo la sua musica, ma anche la voglia di vivere e di amarsi ogni giorno lottando contro quell’evidente difetto fisico, che molte altre donne non avrebbero accettato, ma del quale Paola ha fatto un punto di forza e ripartenza, perché la vita non finisce, se non quando siamo noi a deciderlo.
E’ notizia di queste ultime settimane che abbia deciso di far conoscere la sua storia in un libro dal titolo determinante “Mi amerò lo stesso”, edito da Mondadori.
Un libro che parla di come le cicatrici ti lacerano cuore e anima, e possano creare un muro di diffidenza e sfiducia nei confronti della vita che sembra tanto amara.
Quelle cicatrici che comunque le hanno consentito di essere la donna che è oggi.
Il mio augurio, per tutte quelle persone che soffrono a causa di un dolore fisico e interiore, è quello che ogni donna impari ad amare le proprie cicatrici, perché l’estetica non rappresenta ciò che siamo in essenza e verità.
Conta quello che ogni giorno scegliamo di desiderare, fuori dai falsi dogmi dell’aspetto.
Contano cuore e pelle, che sanno comunicare come nessun altro.
Auguri Paola per il tuo percorso, che sia sempre luminoso come quel tuo piglio coraggioso con l’augurio che un giorno le nostre strade possano incrociarsi nuovamente!
A presto,
Letizia T.