Accade un giorno, in un preciso momento: quel brano musicale che sentivi da tempo, improvvisamente ti appare come nuovo.
Al primo raggio di sole che ti perfora l’iride con la sua violenza, senti uno specifico strumento; solo poco dopo ti rendi conto che quel suono c’è sempre stato. Ed è sempre stato lì, alla portata del tuo orecchio.
Eppure, tu te ne sei accorto solo in un dato momento, quando il tuo orecchio si è rivelato pronto a recepirlo; non è qualcosa che hai chiesto, e non c’è nulla che tu possa fare; quel suono che prima non esisteva, è giunto in un istante preciso senza che fossi tu a stabilirlo, e senza che tu fossi adeguatamente pronto a comprenderne il valore.
Così come quel suono, anche l’amore per te stesso… anche quello arriva in un giorno ben preciso.
Perché amarsi è così importante? Questa è la domanda più grande fra tutte.
Mi ricordo che da bambina non avevo stima nelle mie capacità, ero un ragnetto magro e pieno di capelli scuri, rigorosamente tenuti corti da mia madre per paura dei pidocchi a scuola.
L’unica mia peculiarità era quella di essere alta, al di sopra della media dei bambini della mia età.
Questo non mi evitò certo di prenderle da quelli che erano più piccoli di statura rispetto a me.
Mia madre era morta da qualche mese quando fuori da scuola iniziarono a prendermi di punta, e conseguentemente a prendermi a botte. Sapevo di essere sola, lei non c’era più e nessun altro poteva difendermi. Mi vergognavo persino di parlarne a casa, perché temevo che mi avrebbero detto che ero incapace di difendermi. Tutto ciò mi avrebbe resa ancora più fragile.
Per anni ho subito ciò che una volta era consuetudine tra i ragazzi, e che oggi invece ha preso il nome di “bullismo”, la forma più meschina dell’essere umano che non sa comunicare con le parole il suo dissenso verso il prossimo, o verso una vita che non accetta che gli crea uno stato di disagio.
La causa derivava prevalentemente dall’interno del nucleo famigliare dove si vivevano situazioni più o meno conflittuali. Sostengo questo perché sono certa del fatto che i ragazzi sereni non si ponevano violentemente nei confronti dei più deboli perché erano stati educati all’empatia che prevedeva un reciproco sostegno con quei loro compagni considerati emarginati.
Cominciai ad unirmi alle persone “deboli” come me, comprendendo di avere molta più forza di quella che credevo di possedere; riuscii così nell’intento di dare un messaggio a quelli disagiati e violenti (i veri deboli), portandoli sul binario opposto rispetto a quello da loro intrapreso e ritenuto corretto.
Ero talmente abituata a non amarmi, da aver smesso di occuparmi di me: non mi lavavo, non mi curavo, non avevo più rapporti sinceri con nessuno, ero ingrassata fino a pesare 90 kg a dodici anni, e me ne stavo rinchiusa nel mio mondo, un rifugio nel quale mi sentivo sicura perché non mi sentivo compresa dagli altri.
Ricordo solo che restavo pietrificata di fronte a tanta violenza espressa da un mio coetaneo, fisica o verbale che fosse.
Poi finalmente cambiò la mia visione delle cose, mi ribellai cominciando ad evitare coloro che avevano cercato di sopprimere quella parte di me con violenza e improvvisamente, quello che prima era per me un muro insormontabile, divenne un lenzuolo leggero.
Più semplicemente, non mi occupai più di chi mi procurava del male, ma solo di ciò che mi faceva stare bene perseguendo un obiettivo, come quello della musica, che coltivavo dalla tenera età.
Al contrario di quel ristretto gruppo che li trovava vincenti e simpatici, io vedevo finalmente quei ragazzi per ciò che erano: pieni di enormi debolezze.
Proprio come lo strumento che senti chiaro, nitido, vidi lo spiraglio della mia luce interiore e compresi che sì, potevo davvero cambiare le cose, e dovevo farlo partendo da me stessa, compiendo determinate azioni.
Nessun altro poteva aiutarmi, nessun altro che non fossi io poteva amarmi, sostenermi, insegnarmi a crescere.
Da qui l’importanza del mio messaggio che oggi voglio sia rivolto a voi.
Nell’epoca di internet, il fenomeno del “bullismo” è sempre più dilagante con riprese video di soprusi a danno di giovani e minori, che non fanno che rendere ancora più gravoso e denigratorio lo scherno per la vittima, scatenando altro odio in chi assiste inerme davanti allo schermo a tale inspiegabile violenza.
Vorrei tanto che ciascuno di voi imparasse ad amarsi, perché senza la consapevolezza delle vostre capacità non progredirete, né sarete in grado di aiutare gli altri a farlo, e non sarete in grado di gioire per quanto possedete già.
Vedo moltissimi essere invidiosi per i beni degli altri, senza considerare che si tratta solo di cose materiali, mentre i beni più importanti sui quali dovremmo soffermarci sono proprio quelli dell’anima, fatti di persone, di ricordi, di sensazioni che non ritornano, di mani che si toccano e di cuori che si parlano.
Provate a pensare a un dono che possedete, qualcosa di soltanto vostro che realmente potrà aiutare gli altri.
Ad esempio, io aiuto spesso gli altri con le mie parole, le persone si rivedono in quanto scrivo, ecco perché mi sento spinta a proseguire nei miei obiettivi e vivo con un determinato scopo.
Vi sono anche casi in cui quello che ho scritto non è piaciuto a molti ma non importa, non l’ho vissuta come una sconfitta, bensì come motivo di crescita interiore, considerando che il livello di comprensione di uno scritto varia in base allo stato d’animo del lettore in quel determinato momento/periodo.
Così mi sono amata proprio con i miei difetti, mi sono amata nonostante qualcuno non abbia condiviso ciò che il mio cuore ha esternato.
Mi sono detta: “Se l’ho fatto con il cuore, tutto il resto non conta”.
Mi guardo allo specchio oggi e vedo una donna forte, mi sento anche a tratti bella, mi stimo per ciò che ho fatto finora, e per aver affrontato a testa alta il dolore di essere emarginata dagli altri a scuola e bistrattata con violenza persino da persone che ritenevo importanti per me.
So che la lezione non è terminata quel giorno alle scuole medie; so che continua ancora oggi, ed ogni giorno devo essere più forte di chi cerca di togliermi il valore che merito.
A differenza di chi compie certi gesti, io sono cresciuta e sono andata avanti, con amore e credendo in me stessa, senza dare la responsabilità agli altri per i miei fallimenti.
Nessuno sarà mai così importante per la vostra autostima, quanto voi stessi.
E voi siete troppo importanti per buttare via la vostra vita dietro a una violenza verbale o a una violenza indotta sugli altri.
Mi viene in mente quanto diceva Goethe: “Chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza”.
A presto,
Letizia Turrà
Image: Google – Bullismo
Brava amore dipingi parole di verità
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Ti voglio bene Lety!
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