Si mise le mani fra i capelli e iniziò a singhiozzare.
“Se ti succedesse qualcosa la mia vita non avrebbe più senso capisci? Lo capisci o no? Io non posso perderti, ho bisogno di sapere che stai bene sempre, ho bisogno di averti qui per sentirmi al sicuro.”
Quelle parole risuonarono nel mio petto e nelle mie meningi come tamburi dissonanti; mi sentii nuovamente confusa di fronte a quella specie di dichiarazione d’amore giunta proprio da mio fratello.
I miei occhi si illuminarono.
Prese la mia testa fra le mani e mi baciò. Un bacio umido, audace e pulsante.
Sentii per una seconda volta cosa si provava a baciare qualcuno che ti sta trasmettendo amore. Lo abbracciai anche io, senza neppure pensare al fatto che fosse un legame di sangue quello che ci univa.
Dovevo proprio essere impazzita quando mi portò in camera, dove lo lasciai fare.
Mi slacciò la camicetta lentamente, bottone per bottone, e toccò il mio seno acerbo. Lentamente la sua mano arrivò in basso e fu un’emozione dalla quale non potei fare a meno di venire travolta.
Il mio corpo fremeva come in preda a un impulso elettrico, riuscii solo a dirgli di non smettere.
Facemmo l’amore quel pomeriggio.
Perdere la verginità con mio fratello non fu terribile come avevo sempre pensato.
Più volte lo avevo immaginato e desiderato, ma la mia mente spazzava via quel pensiero quasi in maniera immediata, per i sensi di colpa e l’inconcepibilità di un gesto incestuoso.
Sapevo che mi amava al punto che solo lui poteva custodire il mio segreto nel pieno rispetto e la consapevolezza che fosse come un tesoro immenso.
Guardai le lenzuola, erano macchiate da gocce di sangue.
“Ti ho fatto male?” carezzò i miei capelli.
“No, assolutamente. Ma quello che mi agita di più sono queste macchie di sangue sul lenzuolo, come posso giustificarle?”
“Dirai che hai avuto il menarca e nessuno lo saprà mai, sarà il nostro piccolo segreto.”
Abbandonò la mia stanza quasi seminudo e con il passo lascivo, simile a un avvoltoio.
Quando restai da sola sopraggiunse la sensazione di nausea per ciò che avevo commesso. Ero stata a letto con mio fratello, non uno qualunque… era mio fratello!
Come era potuto succedere?
Non potevo amarlo e permettere ad un impulso sessuale di essere consumato con chi era sangue del mio sangue.
Ero una scellerata, ecco cos’ero.
Letizia T.
Photo: Google research
Tutti i diritti sull’opera sono riservati.
I tabù non si riescono a cancellare Eppure tra un fratello e la sorella si avverano storie colme di dolcezza. Quella che solo il “sangue del proprio sangue” può donare. Quella che solo la profondità della condivisione di gioie e dolori, ammirazione e desiderio, potrà far scaturire. Ma nessuno mai avrà il coraggio di dirlo e tanto meno di scriverlo.
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Grazie infinite Marcello, per aver letto e partecipato. Un caro abbraccio
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Ricambio.
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È tua questa frase su facebook? “Ciò che di noi non riveliamo, è ciò che più ci rispecchia.”
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Certo che sì!
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Questo racconto non so se sia vero o falso, non mi interessa, ma cazzo, davvero interessante! Mi ha dato un po’ fastidio fatto del sangue mentire sul menarca (anche perché poi tu madre vede che non ti viene) ma vabbè.
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È un racconto di pura fantasia, ma nella realtà queste cose accadono,
soprattutto tra fratelli. Mi piace sperimentare con la scrittura. Grazie per essere passato/a di qui! ☺️
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