Quando la violenza si trasforma in amore per il carnefice.

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Ho visto donne che, soffrendo a causa di un amore sbagliato, non avevano la forza di abbandonare quella condizione.

Era come se il male le risucchiasse convincendole che il dolore era necessario.

Dopo il primo schiaffo ricevuto, quando il livido scompariva, tornavano a sorridere fino a che il corpo non veniva lacerato dalla successiva violenza.

La mente era consapevole che quel momento sarebbe arrivato, eppure una donna nel cuore continua a sperare che quel momento non si ripeta più, fino a quando la memoria la riporta davanti a uno specchio e la costringe a guardarsi.

Chissà perché seguire il proprio cuore ad alcune persone sembra la cosa più giusta e poi quando si rendono conto che hanno sbagliato non sanno come raccogliere i cocci del loro animo frantumato.

Ci sono passioni che non hanno limiti e limiti senza alcuna passione.

Nel cuore ero cosciente di essermi lasciata portare oltre un confine, quello del rispetto per me stessa che non avrei mai dovuto permettere fosse oltrepassato.

Avevo permesso ad un uomo, solo per via del suo fascino e del suo magnetismo, di portarmi via dalle cose più care che avevo costruito.

Ed ora ricadevo nell’errore più comune, quello di provare ancora un sentimento per colui che superando ogni limite senza passione né amore nei miei confronti, aveva osato violare la parte più salda di me.

Non mi rendevo conto ancora di come fosse potuto accadere.

Mi sentivo come se fossi stata in coma per mesi ed al mio risveglio non riconoscessi più il mondo attorno a me.

Nessuna delle persone del passato che conoscevo aveva più lo stesso volto, gli odori non erano più gli stessi. Neppure i miei sentimenti avevano lo stesso peso di sempre.

Tutto era uguale e diverso, senza più nessuna virtù a sostenerlo.

Non ero la donna che mi aveva insegnato ad essere mio nonno, forte e tenace, attaccata alla famiglia.

Un tempo possedevo le chiavi per la felicità e le avevo cedute ad altre persone, lasciando che loro gioissero per ciò che invece era mio di diritto.

Mi ero così ritrovata schiava della mia ricerca di quel qualcosa di differente, senza rendermi conto che avevo già tutto ciò che un essere umano normale possa desiderare: un uomo che mi amava, due splendidi figli, un lavoro normale e una casa normale.

Era stata la nostra normalità a piacermi e nello stesso tempo a farmi paura solo perché nella realtà quotidiana non mi ci ero saputa vedere anche come madre e moglie, oltre che come donna.

Da riccamente vestita, ora ero nuda, completamente nuda.

Letizia Turrà, Il labirinto di orchidee (2016)

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