Ormai le telefonate con mia madre sono diventate per me scopo di redenzione ad appena 23 anni e aggiornamento sulle condizioni meteo dei rispettivi paesi dove viviamo!
Non mi sono mai sentita a mio agio con lei, né con mio padre.
Lo ricordo da bambina, se ne stava spesso lì sull’uscio della porta della mia cameretta sempre con la “casa in una scatola”, come diceva mia nonna, e mi guardava aspettandosi che io mi girassi per salutarlo ma quasi sempre non lo facevo per puro disprezzo, lo detestavo per il fatto che ci metteva al secondo posto rispetto al suo lavoro.
Quando andava via per lunghi periodi si portava persino dietro le foto incorniciate magari fatte durante i pochi giorni che trascorrevamo insieme in montagna o al mare, quei giorni in cui anche una conchiglia era in grado di regalarmi immense emozioni.
Anche lì se ne stava sempre attaccato al suo computer a mandare i dati in azienda. E mia madre sempre impassibile e taciturna a guardare il mare, nascosta dal suo enorme cappello e dai suoi scuri occhiali da sole.
Non me l’ha mai detto ma deve essere stata una sofferenza enorme stare con un uomo che per metà della loro unione era stato sempre fuori per lavoro.
E forse io arrivata in così tarda età, avevo dato un senso alla sua vita quando ormai il suo corpo era quello di una cinquantenne, una specie di nonna che deve occuparsi di una bambina vivace e allegra che non riesce a contenere.
“Aldilà del muro – diario e confessioni di una Escort” di Letizia Turrà
Copertina e grafica: Letizia Turrà e Max Fabiani