Legami, legati.

 

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Legami.

Legami.

Si scrive uguale, ma il significato cambia ogni volta.

Ci sono legami che somigliano alle corde bagnate dall’acqua salata; restano così saldi che ti rendono impossibile scioglierli, seppure tu ci metta tutta la tua volontà.

Quei nodi sono grovigli dell’anima e stringono fortissimi, al punto da farti sanguinare.

«Legami». Si dice a chi vogliamo che ci possieda.

«Ho dei legami con quella persona». Asseriamo quando ci sentiamo innamorati, forse invischiati in un rapporto dal quale non vogliamo uscire.

Certi legami diventano parte della nostra identità, delle nostre notti, dei nostri pensieri quasi in maniera compulsiva, la stessa ossessione con la quale reprimiamo il pensiero di spezzare la corda che trattiene i nostri polsi.

Scioglimi, slegami, lasciami andare – vorremmo dire ai nostri pensieri più appartati.

Vattene – vorremmo urlare a chi amiamo, ma ci sta facendo male per un motivo qualunque.

Ma come si lascia andare qualcosa al quale siamo così legati, come un pensiero, ad esempio?

Legami, legati.

Restiamo legati, intrappolati qui, nella tormenta, tra le onde, tra il dire e il fare che non vede mai il suo compimento.

Letizia Turrà

ph: Unsplash.com

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