
Ho sempre creduto che l’amore richiedesse un bel coraggio.
Che nessuno potesse strapparlo via dal tuo petto se forte, scorrevole nelle vene come il sangue che ti appartiene fin dalla nascita.
Si nasce con una gran quantità d’amore e si finisce a volte per non provarne più neppure un briciolo, travolti dalle delusioni.
Ho sempre creduto che l’amore potesse essere bello se vistoso, selvaggiamente espresso, sessualmente disinibito, senza per forza arrivare a complicare le cose con le parole, talvolta inopportune muraglie.
L’amore verecondo e subito dopo impudico… è quello l’amore.
L’amore strappato dai muri perché fastidioso per chi non vuole più sentir parlare di amore.
L’amore che tieni per te lì stipato, prezioso; che resta solitario perché deve ancora arrivare chi lo saprà apprezzare e non lo vuoi sprecare. Nel frattempo la vita scorre e tu diventi fiume insieme a lei, rendendoti in vecchiaia incapace di amare come meriti e come l’altro merita.
L’amore non corrisposto, o sovente “non risposto”, per tutti quei messaggi che mandi senza ricevere riscontro.
L’amore che ritrovi nelle parole di un amico che invece sì, saprà raccoglierti dal marciapiedi trattandoti come un fiore raro.
L’amore bisogna avere il coraggio di metterlo in pratica; è troppo semplice nascondersi; troppo semplice mostrarsi ostili nei suoi confronti, senza rendersi conto che farà più male che bene celarlo.
L’amore che possiedi nel palmo della mano, a cui dedichi un pensiero ogni giorno, e tuttavia non puoi raccogliere.
Letizia Turrà
ph: Leti Turrà (Milan, 2018)
L’ha ripubblicato su Alessandria today @ Web Media. Pier Carlo Lava.
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