“A chi crede di essere vivo” (estratto)
Vedo vecchi con gli occhi sprizzanti di gioia,
la serenità imbrigliata in bambini con gli occhi chiusi,
mentre a due millimetri dai loro corpi,
il mondo degli adulti vivi uccide e disintegra .
Non esiste un momento esatto per morire
quando la stupidità,
quando la crudeltà,
quando la cattiveria,
gettano le loro stesse anime in pasto all’interesse
e alla miseria…
Un insieme gradevole di poesie, create nel corso di un profondo e introspettivo sentiero di vita, quello di Davide Bergamin, classe 1970, di professione artigiano metalmeccanico.
Si avverte, data la sua infanzia trascorsa con i genitori contadini, la sua profonda appartenenza alla terra, più volte evidenziata tra le righe delle 45 poesie che compongono questo libro, intitolato “Meglio Tardi”.
Gli argomenti trattati sono i più disparati: da semplici riflessioni di vita, al rapporto dell’uomo con il suo invecchiare, lento, come la crescita di un albero le cui radici sembrano più volersi sollevare in cielo, che abbandonarsi alla terra stessa dalla quale provengono.
Questi sono alcuni dei versi della poesia intitolata “L’albero più bello”, in cui si ripresenta quel legame intenso, energico e vigoroso con la madre terra.
“Ancora un germoglio, ancora una volta ti prego!
Cresci, e scegli di essere sempre frase nuova nel racconto del destino.”
Viene anche presa in considerazione la violenza dell’uomo, severa e animale, con la sua potenza contraddittoria, che arriva ad uccidere e chiudere gli occhi dei più piccoli (in questi giorni argomento sempre più sferzante), come nel caso dell’estratto citato nell’inizio.
Se devo essere sincera, io non sono un’amante della poesia.
Tuttavia, trovo che queste poesie possiedano una particolarità e che non siano affatto scontate, come invece capita di trovarne a tonnellate sul Web.
Chiudo questa recensione lasciandovi con “La veranda”, con il quale l’autore si è aggiudicato l’inserimento nell’antologia “VIII Edizione del Concorso Il Federiciano”:
Sono invecchiati tutti i miei fiori,
senza cenni evidenti all’appassire,
li ammiro, come ho sempre fatto.
Il vento mi accarezza
rinnovando un vecchio benvenuto,
sussurrando piano.
Dove sei stato ?
Sono sempre stato qui!
Tu, il vento !
Non vedi ?
Ora muovi accuse !
Con un giro di foglie porta l’eco di risate lontane,
nell’aria bisbiglia un flautato ‘mi manchi’.
Un lampo negli occhi!
Poi l’emozione scuote il ricordo,
è qui che son vivo !
Bolle il sangue
mentre il respiro si fa profondo
raccogliendo brividi e polvere di vita.
Qui vivo, tra afosi silenzi,
vassallo di un sole caldo e sincero,
unico e solo a riaccendere sapori,
avversario romantico di quel cinismo
che vorrebbe placate le voglie ed il tormento.
Mi sento di consigliarne l’acquisto.
Se volete, potrete trovarlo a questo link: https:// http://www.amazon.it/Meglio-tardi-Davide-Bergamin/dp/8898972881
A presto,
Letizia T.