“Nessuna cosa si può amare, nè odiare, se non si ha piena cognizion di quella”. Leonardo D.V.
Di lui potremmo dire che nasce a Lecco nel 1963, che è laureato in Economia e Commercio, che è uno degli studiosi più affermati di Leonardo Da Vinci e del Rinascimento.
Ma non sarebbe sufficiente a definire l’audacia che lo ha spinto fin qui oggi, a tenere conferenze in giro per l’Italia, solo per amore della conoscenza, quella vera, che va al di là della sapienza che si può acquisire da un testo studiato a scuola o nel corso delle passioni momentanee su un determinato autore di epoca storica.
Perchè esiste una voce, quella dell’intuizione, che non ha parametri, non ha schemi, non ha precondizionamenti ed arriva attraverso uno specifico linguaggio, entrando letteralmente con “lo sguardo dentro le cose”, che prevede una conoscenza sensibile della quale pochi sono dotati.
Così Riccardo Magnani, ha iniziato un percorso difficile e irto di asperità (non è certo uno che le manda a dire e deve lottare anche contro i contestatori!), fatto di creduloni e di persone che ritengono di aver già inteso tutto solo per il fatto di aver dato un’occhiata ai testi comunemente in commercio. D’altronde come diceva Antoine de Saint Exupèry… “L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Quello stesso percorso lo ha portato a scrivere numerosi libri, tra cui l’ultimo “La missione segreta di Leonardo da Vinci”, diviso in tre volumi: una storia segreta svelata attraverso le opere più famose di Leonardo.
Ho avuto la preziosa opportunità di fare quattro chiacchiere con Riccardo, ponendogli alcune domande per i suoi lettori e seguaci, che sono sempre più numerosi.
Riccardo, da dove è partito il tuo interesse per tutto ciò che riguardava Leonardo da Vinci, la sua storia di infanzia e le sue opere?
È stato tutto molto casuale e assolutamente non programmato.
Circa sei anni fa mi incuriosii di un palazzo in Valtellina finemente decorato e del ritrovamento di una piramide Maya, in un dipinto datato I secolo a. C. che narrava della nascita, la morte e la resurrezione del Dio del mais.
Ancora oggi la curiosità mi spinge a verificare ciò che non mi torna, e aggiungendo tasselli su tasselli, le cose che non tornano sono tante.
Poiché i dipinti del palazzo valtellinese li ho imputati a Leonardo, da lì nacque tutto quanto.
Come sei arrivato a dedurre che fosse proprio Lecco il luogo rappresentato negli sfondi delle sue opere più note, quali ad esempio “La Gioconda, la “Vergine delle rocce” e molti altri?
Bè, sono paesaggi che abito quotidianamente, quindi non è stato complicato riconoscerli.
Più difficile è stato riconoscere il motivo per cui Leonardo e tutti i più grandi pittori del Rinascimento li hanno usati nei loro quadri, ovvero dare la possibilità a pochi di raggiungere il luogo in cui la conoscenza venne portata in salvo da un giovanissimo Leonardo, per sottrarla alle maglie della censura inquisitoria.
Quali sono le tue recenti scoperte riguardo L'”Ultima Cena”, un’opera ormai molto discussa?
L’Ultima Cena si presta a un numero infinito di letture, perché infiniti sono i riferimenti inseriti da Leonardo nell’opera: astronomia, culto solare, musica, biologia, il tradimento della Chiesa nei riguardi della Conoscenza e molto altro.
Ma quello a cui sono più legato è il profilo del Resegone descritto dalle sagome degli apostoli.
Il Resegone riveste un ruolo importante nella storia milanese sin dai tempi della sua creazione da parte del popolo Celtico, e fino a metà del XIX secolo, vigeva un vincolo urbanistico che impediva a qualunque costruzione di oscurare la veduta.
Poi col tempo la conoscenza si è perduta, e oggi vi sono innumerevoli condomini a oscurarne l’inconfondibile sagoma, descritta anche dal Manzoni.
Che ruolo gioca l’intuizione in base alle tue scoperte? Voglio dire, quanta importanza si deve dare all’intuizione rispetto agli studi che invece si effettuano nei libri e che ci portano perciò a ritenere di sapere tutto solo perchè così è scritto?
Nel mio caso gioca un ruolo fondamentale.
L’intuizione è la chiave che apre le porte sui mondi dimenticati.
Hai pubblicato libri di successo. A cosa stai lavorando per il futuro?
Mi piacerebbe terminare un progetto che da tempo giace a metà nel mio computer, e che mi auguro possa diventare la sceneggiatura di un film.
In questo modo potrei far conoscere Leonardo, il Rinascimento e tutto ciò che abbiamo disimparato a riconoscere a un pubblico più ampio possibile.
Hollywood è un ottimo veicolo di diffusione, talvolta.
Ho letto le tue splendide parole, in cui ti rivolgevi al direttore di Resegone-on line, dove asserisci che dovremmo imparare ad abbeverarci alla fonte della diversità, anziché avvelenarci per fare un danno agli altri. Proprio a tal proposito, cosa intendi dire a coloro che sostengono di conoscere Leonardo e la sua storia, solo per il fatto di averla letta sui libri?
Dico che “Nessuna cosa si può amare, nè odiare, se non si ha piena cognizion di quella”, come diceva Leonardo.
Al tempo stesso, innamorarsi delle proprie convinzioni non aiuta un percorso di crescita cognitiva.
Quindi prendano spunto dalle mie risultanze e da lì ripartano, se davvero vogliono conoscere l’opera e la vita di Leonardo.
A iniziare dal padre, che era Piero de Medici, padre di Lorenzo il Magnifico…
Il prossimo appuntamento con il pubblico quando e dove sarà?
29 novembre a Busto Arsizio e 5 dicembre a Cerveteri.
Arrivederci al prossimo appuntamento allora, con un altro viaggio incredibile attraverso la conoscenza!