Mentre guidavo una musica raggiunse il mio cuore.
Era quella del cantante che sentii per la prima volta a casa di Giorgio, quando lo conobbi:“Comincia a ingiallirsi il nero del livido, non è più così tanto nitido e da oggi il dolore ritorna semplicemente sottocutaneo; ho lavato nel lago lo spirito e nel farlo il tuo corpo ha finito per essermi estraneo, è un periodo pieno di sorprese e non si contano più le offese, che per decenza mi rimangerei, ma ero stanco di sentirmi come uno straccio sotto ai tuoi piedi, mi sarebbe esploso il cuore prima o poi, in quale labirinto se non c’è uscita o speranza di evadere…
Esplosi piangendo disperatamente, sembrava parlasse proprio di me.
E’ quello il potere della musica: emoziona ma non mantiene le promesse fatte.
Tornai a casa e trovai Giorgio seduto al tavolo che guardava il mio computer.
Aveva nel frattempo letto ogni mia chat, ogni messaggio, spiato le foto, il profilo mio e dei miei amici. Tutto. Sapeva tutto.
-“Ciao Laura, ti stavo aspettando.”
-“Ah sì? E come mai?”
Mi diede uno schiaffo gettandomi a terra e riempiendomi di calci allo stomaco prese a urlarmi contro: “E così mentre io vado a lavorare, tu organizzi le tresche con il tuo ex, non è così? Maledetta stronza, maledetta, ti ammazzo, ti pentirai di questo giorno!”
Iniziai a sputare sangue.
Mi caricò allora sulle spalle. Mi portò in camera da letto e mi legò con lo spago da cucina i polsi alla testiera in ferro battuto.
Si spogliò e pose davanti al mio viso il suo membro in erezione.
Con violenza mi costrinse ad un rapporto anale, doloroso e torturante, tenendomi avviluppata a lui perché non mi opponessi.
Al termine, mi impose anche un rapporto orale, mentre per il dolore allo stomaco gemevo stremata.
-“Così sgualdrina, così, ahhhhhhh.”
Ero arrivata a toccare il fondo.
Ebbi la certezza che non sarei mai più risalita in superficie, neppure con la più grande forza di volontà si potesse mai possedere.
Lo guardai con rabbia e in quel momento fui consapevole che non mi avesse mai davvero amata.Per lui io rappresentavo solo un oggetto del desiderio, qualcosa da dominare.
Da “Il labirinto di orchidee – Niente è come sembra” di Letizia Turrà
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