Quando il sesso ti trascina in un vortice… .

Passion_by_josemanchado

Cercò il mio sguardo con i suoi bellissimi occhi verdi: “Giovedì sera? Dammi l’indirizzo di casa tua e passo a prenderti alle 20.30.”

-“Questo è il mio indirizzo di casa, citofono 13. Secondo piano. Ok vada per giovedì alle 20.30, ti aspetto.”

Arrivata in ufficio non potevo credere a tutto ciò che era avvenuto.

Sembrava un sogno divenuto realtà, avrei voluto urlare quella felicità ai quattro venti, ma non potevo.

Chiara notò subito dal mio aspetto che qualcosa era successo.

-“E così ti ha invitata questo giovedì?????? Ma è bellissimo!!”

-“Shhhh, così ci farai sentire da tutto l’ufficio, ti prego non dire nulla, aiutami solo a trovare un vestito che mi stia bene per dopodomani o mi suicido!”

Arrivata la sera del nostro incontro Chiara mi aveva fornito un abito da urlo, lungo e con uno spacco vertiginoso.

20.30. L’ora della verità, il momento che avevo atteso per anni.

Giorgio arrivò alla porta con un mazzo di rose rosse a stelo lungo. Erano bellissime.

Distolto lo sguardo dal mio, lo rivolse al mio vestito e i suoi occhi si illuminarono.

-“Non ce la faccio, sei troppo bella, perdonami per quanto sto per fare.”

Non capii fino a quando non mi baciò, gettai i fiori a terra e gli presi la testa tra le mani. Chiuse la porta e mi sollevò prendendomi in braccio.

Mi fece sedere sul tavolo della cucina che fu il primo piano di appoggio che aveva trovato e iniziò a spogliarmi e a spettinarmi i capelli.

Il vortice sessuale ci aveva improvvisamente colti.

Iniziai a bagnarmi per l’eccitazione e ad ansimare insieme a lui presa da quel fuoco inestinguibile.

Era sesso, era fervore. Morsi e schiaffi, urla e gemiti invasero la stanza nei successivi venti minuti.

Non potevo credere di aver fatto l’amore con un uomo visto appena tre volte.

Il modo che adoperò di trascinarmi in quella circostanza, e le sue mani che toccavano ogni parte di me mi portarono a fare cose mai fatte.

Un piacere senza precedenti pervadeva il mio corpo. Un bisogno implacabile, di cui sentivo fame. Quell’urgenza di essere amata e completata che ogni donna vera merita.

E nelle sue mani finalmente mi sentivo appagata e felice.

Non volevo smettesse.

Dopo la prima volta infatti arrivò la seconda, la terza, la quarta e la quinta fino alle prime ore della notte, senza fermarci.

Altro che ristorante e cena. Questo era molto meglio, molto più di quanto potessi credere.

Man mano che il sesso proseguiva, Giorgio si dimostrava sempre più dolce e affettuoso.

-“Come ti sei procurata queste cicatrici?”

-“Speravo non le avresti notate. Ma è quasi impossibile, ormai vivono con me e sono parte integrante di me. Ho subito una mastectomia per asportare un tumore al seno che stava diventando maligno.”

-“Sei bellissima Laura, proprio per queste tue cicatrici che ti rendono così, bella e speciale. Poche donne possono dire di essere così complete come sei tu. Io ti trovo fantastica.”

Mi fece gioire il fatto che Giorgio vedesse ben aldilà di quelle cicatrici che una volta avevano rischiato di farmi dimenticare quanto fosse preziosa la mia esistenza.

-“Resta con me stanotte. Voglio che tu faccia ancora l’amore con me, desidero il tuo corpo sul mio, voglio tu mi possieda come hai fatto finora.”

-“Tu sei già mia. Sei mia Laura, ed io non ti lascerò più andare via.”

Facemmo per la sesta volta l’amore. Da innamorati. Da persone desiderose di non lasciarsi più.

Fu difficile il mattino seguente lasciarlo andare via, sapendo che volevo restare con lui a letto tutto il giorno, a fargli da mangiare, a condividere insieme un film, a scherzare su aneddoti divertenti riguardanti la nostra improbabile prima volta, il primo innamoramento, le prime emozioni.

Tutte cose che una coppia ci si aspetta condivida quando c’è affinità e feeling.

Invece dovetti tornare al mio dovere, non senza riserve.

-“E’ stato meraviglioso restarti accanto questa notte, da troppo non provavo una sensazione simile. Non lasciarmi Laura, ti prego, non lasciarmi mai.”

Quel suo modo ripetuto di chiedermelo mi fece sentire quasi a disagio.

Non potevo credere si fosse già innamorato di me, non così in fretta, ma la gioia superava le perplessità.

-“Non ti lascerò Giorgio, te lo prometto se tu prometti di non lasciare me.”

-“Non lo farò di certo. Ormai sei mia!”, urlò dalla tromba delle scale.

Sorrisi ma ebbi poco tempo per pensare, ero in ritardo al lavoro, quindi andai di corsa a prepararmi.

“Il labirinto di orchidee”, di Letizia Turrà

Photo: Google search

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