-“Nonno ho paura, mi racconti una favola?” dicevo a mio nonno sepolta sotto la coperta che tenevo con le mani al di sopra del naso facendo uscire solo gli occhietti.
Si mise al mio fianco e accese l’abat-jour azzurra.
-“Di cosa hai paura? Le paure sono solo nella nostra mente tu non devi lasciare che la paura venga nei tuoi sogni. Ti racconterò una favola. Una favola che parla di come le cattive azioni ritornino al mittente. C’era una volta una donna cattiva, tanto cattiva, che criticava e brontolava contro chiunque le capitasse a tiro. Ella aveva una figlia femmina, brutta e cattiva quanto lei. I bambini continuavano a sparire e nel villaggio si mormorava che la brutta signora avesse il potere di far avvicinare alla sua casa i bambini per poi ucciderli, farli a pezzi, metterli in salamoia e mangiarli quando aveva fame insieme alla figlia. Una notte di luna piena gli abitanti cacciatori del villaggio le tirarono un brutto colpo: uccisero la figlia, la fecero a pezzi e la recapitarono alla madre, la quale pensando che si trattasse di un gesto gentile a lei rivolto dai compaesani, mangiò con fretta e ingordigia la conserva. Fu orribile constatare, alla fine del vasetto, che quella che aveva appena mangiato era proprio sua figlia! La riconobbe dall’occhio e fu orribile per lei. Ecco che ebbe ciò che la morale di questa favola prescrive: se fai del male, del male riceverai.”
Sbarrai gli occhi.
-“Ma nonno è orribile! Non mi piace, così mi fai venire più paura, adesso devi rimanere accanto a me altrimenti non riuscirò più ad addormentarmi!”
-“Ma se ha una bellissima morale, quella della giustizia, del bene che prevale sul male! Avresti preferito ti raccontassi di castelli, principi e principesse? Tutte cose irrazionali che non vedrai mai nella vita reale, mentre invece se saprai essere moralmente giusta la vita saprà ricambiarti, sempre.”
Col tempo è iniziata a venirmi nostalgia di tutte quelle cose che la maggior parte delle persone ritiene scontata e di cui non gode più, anche delle orrende favole del nonno dalla giusta morale e dei suoi regali che invece sì, erano magici.
Ed ora capisco che le più grandi delusioni si prendono proprio da piccoli, quando capiamo che la realtà non è sempre quella che ci aspettiamo.
Alcune delusioni arrivano dagli oggetti, altre dalle persone.
Da “Il labirinto di orchidee” di Letizia Turrà
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