Era lui il filosofo di casa, il poeta greco da cui mio padre aveva ereditato la passione per la lettura e la prosa.
Di lui manterrò sempre ricordi piacevoli molto più che con i miei genitori. A dire il vero manterrò gli unici ricordi che possiedo solo grazie a quell’uomo e ai suoi precetti.
Un amore forte il nostro, fatto di sguardi che erano sufficienti a comunicare. Non servono parole quando è il bene sincero a sostenerci.
Il nostro rapporto era iniziato lentamente come la costruzione di una casa che per molto tempo era rimasta priva di finestre.
Provate a immaginare un piccolo mattone. Lentamente aggiungete gli altri fino a formare una casa.
Ora pensate alla casa completamente eretta ma senza ancora le finestre.
Pensatela anche in un giorno di freddo e vento.
L’aria passerebbe in ogni pertugio, ogni apertura, creando così una forte corrente.
Ecco cosa succede a quel tipo di rapporti. Hanno la solidità di una casa ma allo stesso tempo non possiedono il calore di un focolare perché permettono all’aria fredda di penetrare.
E’ una casa a metà, dove non ci si sente sicuri.
Avrà bisogno di finestre prima o poi per essere vissuta.
Finestre che permettano di godere di quello che c’è fuori pur restando dentro, al sicuro.
A presto,
Letizia T.
” due cuori e una capanna”…detto apparentemente banale ma di grande significato….la solidita’ di mura forti a cui fa da eco il gelo che proviene da ogni fessura….la carenza di finestre che ti permetterebbero di godere del calore del sole e di godere di cio’ che c’e’ fuori sentendosi al sicuro dentro…immagini retoriche che ci fanno capire come l’amore dovrebbe essere il focolaio di ogni casa…grazie ancora Letizia per quello che ci comunichi….
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Grazie infinite a te Massimo per le tue considerazioni giuste e lucide su quanto volevo comunicare, è proprio come lo hai descritto anche tu!
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