Le collane di perle…

nonna rosina
Mia nonna Rosina

È il giorno della Festa del Patrono, nel paese accanto al mio.

Tra luci e suoni indistinti, imbocco un piccolo vicolo solitario, dove si trova una bancarella di oggetti vecchi e dimenticati.

Il mio sguardo si sofferma ora sulle ceramiche, ora sui quadri raffiguranti Venezia e luoghi a me sconosciuti. Osservo con attenzione e nostalgia quegli oggetti inutili per molti, che al contrario io rivedo pregni della vita di qualcun altro, terminata chissà dove e chissà come.

I miei occhi si illuminano quando l’occhio ricade sulle collane di perle.

Già, le collane di perle.

Improvvisamente risorge dal cassetto della memoria il ricordo di quando frugavo nei cassetti della mia nonna paterna e vi trovavo le sue collane di perle.

Una volta finii in ospedale col mal di pancia perché mangiai una collana intera, perla dopo perla.

Dal giorno in cui sono nata non gliele ho mai viste indossare, nonostante fosse di origini francesi e per questo amante delle cose belle. Mia nonna era una donna devota e pulita in viso, vestita con indumenti semplici e poco vistosi, seppure molto elegante nei movimenti.

In quel momento ho compreso che non l’ho neppure salutata prima che morisse, ero lontana quando se n’è andata improvvisamente, lasciandoci tutti sgomenti.

Ho ripensato alle sue collane e alla vetrina in sala da pranzo infarcita dei suoi cimeli, e ho riso di gusto ripensando al fatto che mangiavo le sue collane di perle.

Una vera follia. Ho rivissuto qualcosa che avevo rimosso; ho ricordato mia nonna, che amava sentirmi cantare.

Perché sia avvenuto ora è qualcosa che probabilmente non riuscirò mai davvero a spiegarmi. Forse sono più ricettiva di un tempo, o forse ho bisogno di aggrapparmi al passato per poter comprendere che vivo oggi in questo, ormai lontano da allora, Presente.

Quel passato dove ridevamo con poco e avevamo poco, succhiavamo stecchi di liquirizia di un gelato al limone, piangevamo con Nino Buonocore e la sua “Scrivimi”, attendevamo la riapertura dei Lidi in vista dell’estate, facevamo nuove conoscenze che lasciavano il segno, bevevamo Gazzosa fino a farci scoppiare la pancia, sentivamo il cuore esplodere per un ragazzo biondo che metteva Ligabue al Jukebox sperando che fosse dedicata a noi, sognavamo di fuggire via dal luogo dove eravamo nate….

Sorrido ripensando alle collane di mia nonna che spezzavo per poi mangiarle, alle discese veloci in sella a una bici senza freni, alle risate sguaiate quando imitavo la Pausini al Karaoke.

Tutte cose così, tra presente e passato, che fanno sorridere il cuore.

Letizia Turrà

6 pensieri su “Le collane di perle…

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